"Quando Conte chiamò Motta...Per Antonio è speciale. Juve, pericolo Kvara"

I retroscena ai tempi della Nazionale e della Juventus di ieri e oggi: "Occhio a Conceicao, Yildiz ha qualcosa in più"

La Juve e il Napoli, Motta e Conte. Nella sfida dello Stadium c’è tanto del passato di Emanuele Giaccherini. «Sono state due esperienze importanti. Diverse, perché alla Juve ero protagonista e ho ottenuto i successi più importanti della mia carriera, mentre a Napoli non ho potuto esprimere le mie qualità. Però la gente mi ha voluto bene e sono stato benissimo».

Da talent di Dazn domenica ha commentato Cagliari-Napoli. Che squadra arriva allo Stadium?
«Un Napoli affamato, feroce, che ha voglia di stupire. Tatticamente cerca di recuperare palla molto in alto, riaggrendendo subito, e rispetto al passato tiene più stretti Kvaratskhelia e Politano, sfruttando l’ampiezza con gli esterni di centrocampo. E questo può esaltare Kvara, per me uno dei migliori giocatori della Serie A: spende meno energie e può essere più decisivo al tiro e nel passaggio. Poi c’è Lukaku che permette di giocare sia incontro sia in profondità. Ha tante varianti per mettere in difficoltà gli avversari. Si vede la mano di Conte e penso che lui reputi questa partita speciale. Quindi ci sono tutti i presupposti per una grande sfida, tra due squadre che stanno bene e che credo possano essere protagoniste del campionato. L’Inter è ancora un gradino sopra, ma non mi stupirei se Juve e Napoli dessero fastidio ai nerazzurri fino alla fine».

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Su Motta e Conte

La nuova Juve come la vede?
«Con Motta ha preso un allenatore che secondo me fa giocare benissimo, esaltando le caratteristiche dei giocatori: mi piacciono le sue rotazioni, con i calciatori che si muovono sempre alla ricerca degli spazi, la personalità con cui chiede di ripartire dal basso, la fluidità e la velocità di gioco. La Juve mi è piaciuta tanto in Champions, un po’ meno a Empoli, dove ho rivisto quasi quella della scorsa stagione. Però è stata una partita. Mi pare che i giocatori abbiano grande entusiasmo e vedere la Juve martedì in Champions è stato bello, perché ha giocato da Juve: con grande personalità e voglia di dimostrare il proprio valore. Per me può mettere in difficoltà qualsiasi avversario, dominando anche il gioco in alcuni momenti».

Conte oltre che alla Juve lo ha avuto come ct in Nazionale, all’Europeo 2016, quando Motta era un suo compagno in azzurro. Come era il loro rapporto?
«Conte chiamò Thiago proprio perché aveva la capacità di essere un leader silenzioso della squadra. Aveva personalità ed era affermato a livello internazionale, aveva esperienza di certe sitauzioni. Il rapporto tra loro era di grande rispetto, di grande stima. Avere uno come Thiago in quella Nazionale, dove magari non c’era grandissima qualità, ci permetteva di compensare un po’ questo aspetto. Tutti noi ci aggrappavamo un po’ a lui nei momenti di difficoltà, a livello di leadership, di personalità e anche tecnico: gli davi il pallone e te lo ripuliva».

Aveva già caratteristiche da allenatore?
«Sì. Anche se sinceramente non pensavo che potesse diventare questo tipo di allenatore qua, perché non era uno che parlava tanto. Però si faceva sentire: quando alzava la voce tutti stavano ad ascoltarlo. Poche parole, ma giuste. E questo è comunque un tipo di leadership, che lui possedeva in abbondanza. Quindi non mi stupisco della sua carriera in panchina».

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Su Yildiz, Gonzalez e Chiellini

Che ne pensa di Yildiz?
«Un ragazzo che a 19 anni fa già determinate giocate... e non mi riferisco solo al gol, parlo di tutto quello che fa in campo: quando un giocatore si vuol far dare il pallone, quando punta l’uomo con quella determinazione, quando guarda l’avversario negli occhi e non ha paura, e sono convinto che non l’avrebbe neppure contro il Real Madrid... Ecco: parliamo di uno di quei giocatori che hanno qualcosa in più. Dovrà essere bravo a isolare gli elogi e ad affrontare i momenti di difficoltà quando ci saranno, però se a 19 anni fai quello che fa lui sei destinato a diventare un grandissimo».

Oltre al turco ha esordito e segnato in Champions anche Nico Gonzalez: pronto al salto di qualità?
«Dipende da lui, dalla continuità con cui si esprimerà. Alla Juve c’è grandissima concorrenza, per esempio mi è piaciuto tanto Conceiçao, e se sbagli rischi di stare fuori due o tre partite e questo per Gonzalez può essere deleterio. Dovrà anche stare bene fisicamente, a Firenze ha spesso avuto qualche acciacco. Però qualità ne ha tante: se giocherà come in Champions con continuità quel posto potrà essere suo».

L’ultimo acquisto bianconero, come dirigente, è il suo ex compagno Chiellini: cosa porterà?
«Prima di tutto la sua professionalità e il suo lato umano, perché Giorgio è una persona straordinaria. E le sue competenze: oltre ad essere stato un grandissimo campione è plurilaureato. E poi porta la sua juventinità: è una figura che rispecchia il marchio Juve in tutto il mondo. Credo la società non potesse scegliere persona migliore».

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La Juve e il Napoli, Motta e Conte. Nella sfida dello Stadium c’è tanto del passato di Emanuele Giaccherini. «Sono state due esperienze importanti. Diverse, perché alla Juve ero protagonista e ho ottenuto i successi più importanti della mia carriera, mentre a Napoli non ho potuto esprimere le mie qualità. Però la gente mi ha voluto bene e sono stato benissimo».

Da talent di Dazn domenica ha commentato Cagliari-Napoli. Che squadra arriva allo Stadium?
«Un Napoli affamato, feroce, che ha voglia di stupire. Tatticamente cerca di recuperare palla molto in alto, riaggrendendo subito, e rispetto al passato tiene più stretti Kvaratskhelia e Politano, sfruttando l’ampiezza con gli esterni di centrocampo. E questo può esaltare Kvara, per me uno dei migliori giocatori della Serie A: spende meno energie e può essere più decisivo al tiro e nel passaggio. Poi c’è Lukaku che permette di giocare sia incontro sia in profondità. Ha tante varianti per mettere in difficoltà gli avversari. Si vede la mano di Conte e penso che lui reputi questa partita speciale. Quindi ci sono tutti i presupposti per una grande sfida, tra due squadre che stanno bene e che credo possano essere protagoniste del campionato. L’Inter è ancora un gradino sopra, ma non mi stupirei se Juve e Napoli dessero fastidio ai nerazzurri fino alla fine».

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