Più 'Iuventus' che mai
Sei su sei, appunto. Nel contesto di una Juventus che è più Iuventus che mai a prescindere dall’impiego dei soli canterani, dal momento che l’intero undici titolare di due giorni fa ha fatto registrare un’età media di 24 anni, 1 mese e 1 giorno. Di più: i diciotto elementi finora utilizzati da Thiago Motta in campionato hanno un’età media di 23,8 anni soltanto, seconda statistica più bassa di tutta la Serie A un filo dietro al Parma (23,7) e molto avanti rispetto al “primato all’incontrario” dei campioni in carica dell’Inter (28,9). La priorità, al momento, pare allora quella di far tenere allo spogliatoio i piedi ben saldi per terra, evitando ogni volo pindarico sulla scorta di due rotondi successi pur sempre ottenuti nell’ondivago calcio d’agosto e al cospetto di formazioni che - almeno sulla carta - saranno chiamate a battagliare nella seconda metà della graduatoria. La figura di Thiago Motta, in ogni caso, sembra quella ideale per mantenere il sano entusiasmo attuale, ma con solide zavorre per ancorare le fantasie del giovane spogliatoio. Giovane o giovanissimo: a Verona, nel finale, hanno esordito anche Rouhi (2004) e Anghelé (2005), in attesa di vedere all’opera - dopo la sosta - anche Vasilije Adzic, addirittura classe 2006, uno dei ragazzi che più ha impressionato l’allenatore durante il ritiro estivo in Germania. Sì, questa Juventus è sempre più Iuventus.
Con Motta il cambio è totale
No, il calcio non è una scienza esatta. E no, di conseguenza, i numeri non raccontano tutto del mistero agonistico che si cela dietro il rimbalzo di un pallone. Le statistiche, però, possono tornare utili per cogliere analogie e differenze. Soprattutto le differenze, se i termini di paragone sono la Juventus di Allegri e quella di Thiago Motta. Non per forza una migliore e una peggiore, come la polarizzazione odierna pare imporre, ma sicuramente due versioni diverse tra loro. L’evidenza, nello specifico, è resa lampante dalle scelte di formazione per cui ha optato il tecnico italo-brasiliano lunedì sera, a Verona, disegnando un undici con il solo Cabal titolare in mezzo al campo tra i tanti volti nuovi portati dalla sessione estiva del mercato. Medesimi interpreti di un anno fa, insomma, ma differenti attitudini in campo. Chiedere a Locatelli per credere, oggi impiegato qualche metro più alto rispetto a ieri, ma soprattutto molto più coinvolto nella manovra bianconera.