Juve nuova e bella
Chiusa parentesi. Insomma la Juventus di ieri è nuova e bella, c’è tantissimo del lavoro di Thiago Motta e Cristiano Giuntoli, ma affonda inevitabilmente le radici nell’operato dei loro predecessori. È presto per capire dove e come andrà a finire questa Juventus, non bastano, per rendere solide le previsioni, tre gol al Como del saggio e brillante Fabregas. Ma è indubbio che la Juventus si è divertita e ha divertito: non è poco. Parte della frustrazione accumulato nel recente passato dal popolo bianconero derivava anche dalla qualità dello spettacolo e dall’approccio. Ieri la Juventus è stata bella e convinta., «felice», per dirla con l’azzeccata defi nizione proprio di Fabregas. Così felice da non arrabbiarsi nel vedersi annullare un gol per il fuorigioco più cervellotico degli ultimi anni: Vlahovic, infatti, la butta dentro dopo 12 tocchi e 6 passaggi fra i suoi compagni. Vero, nessuno degli avversari tocca il pallone, ma sostenere che si tratti della stessa azione è un insulto al buon senso. Meglio parlarne ora, con un gol che non conta se non per l’umore del povero Dusan: questo metro di giudizio può fare disastri, perché al netto della bontà tecnicistica della decisione, il problema è sempre spiegarlo a chi guarda e usa la testa, non i cavilli. Nella scorsa stagione, situazioni analoghe hanno condizionato una manciata di partite della Juventus. A ‘sto giro è poco più di una curiosità. E anche questo è un bel passo avanti.