Juve, tradizione francese
Thuram allunga la lista dei giocatori transalpini che si sono trasferiti a Torino nella storia passata e recente: da Platini a Deschamps, dal papà a Henry, da Vieira a Matuidi, da Pogba a Rabiot. E molti di loro hanno segnato la carriera di Khepren: Henry lo ha fatto debuttare in Champions a 17 anni con il Monaco, Deschamps lo ha fatto esordire in Nazionale, al Nizza è stato invece allenato da Patrick Vieira, uno dei suoi idoli. «L’altro è Pogba, ma con Paul non ho mai parlato direttamente, lo seguo fin da piccolo, è amico di mio fratello, mi sono sempre piaciute le sue qualità e pure i suoi cambi di capelli... Sia Vieira sia Henry mi hanno dato tanti consigli e mi hanno parlato della Juventus. Mi hanno detto che, arrivando qui, la mia carriera stava prendendo il largo. Sono orgogliosi per me e io sono loro riconoscente. Anche Deschamps mi ha parlato molto e farò tesoro delle sue parole. Ovviamente, però, il mio principale consigliere è papà: lo sento tutti i giorni ed è lui la persona con cui mi confronto di più».
Oltre al papà c’è pure il fratello, Marcus, a cui Khephren è molto legato e rappresenta una fonte di ispirazione. «Lui dice che io sono il più forte in famiglia perché mi vuole bene. Ma per me è lui il top della famiglia, è un modello, gioca in Nazionale e fa l’attaccante, segna molti gol, riesce a essere assistman. Per me lui è il più forte». Il derby d’Italia, e la lotta scudetto, si è già assicurato una sfida in famiglia: «La stagione non è ancora iniziata, vedremo... - sottolinea con pacatezza Khephren -. E mio papà sarà felice sia che sia io a vincere sia Marcus, siamo i suoi figli».
Thuram, l'idea di Thiago Motta
Il trasferimento di Thuram jr. si è concretizzato con l’inizio della nuova era bianconera targata Thiago Motta, tecnico che ha avuto un ruolo importante nella scelta di Khephren visto che in carriera è stato un grande centrocampista. «Da giocatore è stato eccezionale - sostiene -, molto intelligente, che sapeva difendere molto bene e lavorava con il suo gruppo. Potrò imparare molto da lui. So che se avrò delle domande, lui mi saprà rispondere e aiutare. Con il mister parlo tutti i giorni, mi ha dato anche dei buoni consigli ma non posso svelarli per non dare vantaggi alle avversarie. Ma devo ringraziare anche Farioli, mio tecnico al Nizza: mi ha dato fiducia, aspettato e spinto parecchio lo scorso anno». Di sé come centrocampista Thuram dà un’identikit preciso, consapevole delle sue qualità ma allo stesso tempo esternando grande umiltà: «Non ho un ruolo preferito, posso giocare da play o mezzala, dipende dove il tecnico vuole che io giochi. Amo molto far girare la palla, ma anche andare avanti e verticalizzare. Ho anche una grande dinamicità e gioco molto con palla al piede. Riesco a recuperare palloni pure in modo aggressivo. Sono un giocatore completo, ma ho ancora tanta strada da fare. Le mie caratteristiche sono adatte alla Serie A. So che è molto tattica, con squadre di alto livello. È la prima volta che mi confronto con un campionato diverso e dovrò riadattarmi».