Soulé spettatore
La squadra della ripresa è totalmente ribaltata, come da copione nei test di luglio, e l’aggressività del nuovo undici è decisamente superiore: Weah subito propositivo (si procura anche il rigore), così come Cambiaso a sinistra, con Fagioli e Nicolussi Caviglia a dare dinamismo a centrocampo ma anche equilibrio per aiutare la difesa. La personalità forte, anche sotto il profilo tecnico, di Adzic è emersa subito, anche soltanto dal vederlo rincorrere senza sosta qualsiasi avversario nella fase di non possesso palla: dettagli che non sfuggono a un occhio attento come quello di Thiago Motta. E a Vlahovic servirà un po’ di tempo per aumentare sensibilmente i giri del motore: il rigore sbagliato non pesa, se non forse nell’amarezza per non aver messo a segno il primo gol della nuova Juventus. Molto più importante, non solo fisicamente, vedere Dusan con al braccio la fascia da capitano nel secondo tempo (nel primo i gradi erano di Locatelli).
Il movimento di Thiago Motta a bordo campo è continuo: chiede al portiere di ricominciare subito il giro palla, si sbraccia per dare indicazione specialmente ai mediani, oscilla il capo quando qualcosa non gli piace molto e spesso batte le mani e alza la voce, a evidenziare invece una giocata convincente. Nel finale la difesa bianconera si distrae in un paio di occasioni e i ragazzi di Klose ne approfittano per esaltare lo stadio e portarsi a casa un 3-0 sulla Juve, una cosa che non capita proprio tutti i giorni. Non è sfuggito agli occhi dei tanti tifosi bianconeri al Max Morlock Stadion di Norimberga la presenza in borghese di Matias Soulé: l’argentino, dopo aver chiesto di non giocare, non era in panchina con i compagni, bensì seduto su una sedia in mezzo allo staff, spesso col cellulare in mano durante la partita. La sua esperienza alla Juventus è ormai al tramonto: lo aspetta la Roma e una nuova avventura, nelle casse bianconere invece entreranno una trentina di milioni funzionali a riaccendere le trattative in entrata.