La punizione è anche troppo severa nel punteggio, con il netto e perentorio 3-0 del Norimberga sulla Juventus, ma servirà da insegnamento. E non si poteva pretendere molto di più, dopo una manciata di giorni di lavoro. Anche perché la Juve che Thiago Motta manda in campo nel primo tempo è di fatto una Next Gen con qualche fuori quota, per di più contro una rivale che ha quasi due settimane in più di ritiro nelle gambe e che comincerà il campionato, la Serie B tedesca, tra una settimana esatta. I ragazzi di Miro Klose viaggiano a velocità doppia rispetto ai bianconeri e possono anche sfruttare una maggiore chimica di squadra, acquisita da un più lungo percorso insieme. La Juve è sperimentale e in pieno rodaggio: un cantiere aperto ancora per un bel po’, in attesa di ritrovare i titolari in vacanza e la forma migliore. Del calcio di Thiago Motta è difficile intravedere già qualcosa di concreto: più nei concetti, forse, che nella pratica, con il 4-2-3-1 come base tattica, sfruttando però le caratteristiche dei singoli per cambiare qualcosa in corsa.
L'esordio di Thuram
Nell’intervallo l’allenatore bianconero è andato da giocatori a ringraziarli e incoraggiarli uno a uno, con abbracci e pacche sulle spalle: una carica non banale, a certificare la costruzione di un rapporto forte all’interno del gruppo tra staff tecnico e giocatori, anche con quelli che magari presto andranno via per esigenze di mercato. Un paio di strappi di Thuram nella prima frazione hanno dato la dimensione del potenziale del francese: falcata e potenza a tratti incontenibili, tanto da far pensare a quanto potrà essere impattante il figlio d’arte quando raggiungerà la condizione ideale ed entrerà maggiormente nei meccanismi dell’allenatore italo-brasiliano. Il gol del Norimberga nasce da un disimpegno sbagliato di Barbieri: un errore che ci può stare durante la preparazione e al quale Djalò non riesce a porre rimedio, consentendo così a Jander di battere un comunque brillante Di Gregorio.