Juve, nuovi concetti
A titolo esemplificativo vale il concetto espresso nella tesi dell’allenatore a Coverciano: «Torna quindi più che mai essenziale la necessità di insistere nella volontà di attribuire al giocatore una padronanza dei mezzi tecnici di controllo e gestione del pallone, per facilitare non solo la libertà riconducibile al pensiero critico, ma anche l’abilità di risoluzione indotta dal pensiero creativo. Quando per pensiero creativo si intende la capacità presente fin dall’infanzia a pensare alternative possibili di soluzioni a situazioni difficili, facendo saltare schemi comportamentali che fanno da freno. Come appunto - in questa chiave di lettura – succede con il dubbio provocato dal limite tecnico, percepito dal calciatore stesso nel controllo e nella gestione del pallone (...) Combattendo dunque l’autocensura, la limitazione personale indotta dai propri limiti tecnici nella padronanza dello strumento di lavoro che rappresenta il pallone, si garantiscono risorse psicologico-mentali inesauribili e infinitamente preziose per il giocatore e l’allenatore che può contare così su individui in grado di prendere decisioni direttamente in campo, senza soccombere alla paura di perdere il pallone, di farlo perdere quindi alla squadra, e di perdere di conseguenza credibilità agli occhi dei compagni e non da ultimo degli avversari».
Il lavoro di Thiago
Dalla teoria alla pratica: è anche su questo che Thiago sta lavorando in Germania. Per arrivare a fare, con un esempio pratica recente, ciò che ha mostrato Calafiori, nell’azione del gol di Zaccagni con la Nazionale nel recente Europeo: non avrebbe dovuto essere lì, ragionando all’interno di uno schema prestabilito. E invece... Ma a dare il cambio di marcia ci pensa anche uno staff tecnico con esperienza, ma giovane e di rinnovate vedute: metodologie innovative nella preparazione atletica e nel lavoro con la palla, per dare alla squadra, che si sta formando a Herzogenaurach gli strumenti necessari ad avere un altro passo. E una nuova mentalità.