La tossicità che ha inquinato l’ambiente Juve e lo strappo con il passato

L’entusiasmo più la logica sono buone premesse: potrebbe davvero nascere una squadra interessante

TORINO - All’inizio c’è sempre entusiasmo. Anche le stagioni che finiscono peggio, hanno incipit ottimistici. È una grande regola del calcio e va sempre tenuta in considerazione, non per portare sfortuna, ma per essere un filo più lucidi nelle analisi estive, spesso troppo spericolate. L’entusiasmo della nuova Juventus, quella di Thiago Motta e di Cristiano Giuntoli, ha tuttavia una base di logica che lo rende leggermente più solido. C’è un progetto tecnico chiaro e una serie di operazioni coerenti con questo progetto: sembra banale, ma nel calcio non succede proprio tutte le volte. Il mercato è ancora lungo, però se va avanti così, potrebbe nascere una squadra interessante. Interessante: altri aggettivi, oggi, sarebbero ingiustificati. Definire la forza di una squadra così da lontano è sempre un rischio, soprattutto se i nuovi giocatori come Douglas Luiz o Khephren Thuram non hanno mai giocato nel nostro campionato. Ma è purtroppo finita l’epoca in cui i club italiani, la Juventus in particolare, poteva acquistare certezze, si è costretti a ragionare in termini di scommesse e quelle di Giuntoli (Douglas Luiz su tutti) non sembrano azzardate. Anzi.

Motta ha convinto anche John Elkann

Thiago Motta lo è già di più, una certezza. Il lavoro svolto a Bologna lo abbiamo visto tutti, sulla sua intelligenza calcistica è pronto a giurare qualsiasi compagno lo abbia avuto in squadra e, da ieri, lo stesso Motta ha convinto anche John Elkann, dopo una mezzora di faccia a faccia nella quale hanno condiviso la filosofia, che deve guidare il nuovo progetto juventino. E, infatti, sono proprio le idee calcistiche del nuovo tecnico che stanno facendo germogliare l’entusiasmo dei tifosi, sia le centinaia che ieri erano intorno allo Juventus Training Center, sia i milioni sparpagliati ovunque.

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La nuova Juven nasce sulle fondamenta della vecchia

Piace, poi, l’idea di uno strappo con un recente passato di pochi successi e tante tribolazioni (anche e soprattuto extracalcistiche). Giusto, la tossicità diffusa che ha inquinato l’ambiente nelle ultime due stagioni aveva avvilito l’animo del popolo bianconero. L’unica avvertenza, però, è non vivere tutto come una contrapposizione fra prima e dopo. Il tifoso juventino si è specializzato, negli ultimi tempi, nel dividersi in fazioni e il confronto fra le due gestioni offre il terreno perfetto per battaglie campali dai bar ai social network. La verità è che, pur cambiando molto, la Juventus ha una sua continuità: gli acquisti azzeccati di Giuntoli nascono anche dalla possibilità di vendere i giovani allevati da chi c’era prima di lui; il fatto che la squadra non abbia perso la rotta nella burrasca giudiziaria e sia rimasta una base sulla quale costruire lo si deve a chi ha gestito quei momenti dal novembre del 2022 in poi; il fatto che Thiago Motta sia entusiasta del centro sportivo dove lavorerà lo si deve a chi, quel centro, lo ha voluto, pensato e costruito. Insomma, la nuova Juventus nasce sulle fondamenta della vecchia, come è sempre stato nella ultracentenaria storia del club, che più volte ha cambiato dirigenti, ma non ha mai azzerato il lavoro fatto precedentemente. Questione di pragmatismo piemontese. Sconfitto Napoleone, in piena Restaurazione alcuni nobili andarono dal re Vittorio Emanuele I per chiedere di distruggere il ponte dell’attuale piazza Vittorio Veneto, in quanto costruito da Napoleone e, quindi, "opera del Demonio". Il re deglutì all’idea di doverne pagare un altro e sentenziò: "Un ponte è sempre un ponte". Quel ponte è ancora lì. Come la Juventus.

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TORINO - All’inizio c’è sempre entusiasmo. Anche le stagioni che finiscono peggio, hanno incipit ottimistici. È una grande regola del calcio e va sempre tenuta in considerazione, non per portare sfortuna, ma per essere un filo più lucidi nelle analisi estive, spesso troppo spericolate. L’entusiasmo della nuova Juventus, quella di Thiago Motta e di Cristiano Giuntoli, ha tuttavia una base di logica che lo rende leggermente più solido. C’è un progetto tecnico chiaro e una serie di operazioni coerenti con questo progetto: sembra banale, ma nel calcio non succede proprio tutte le volte. Il mercato è ancora lungo, però se va avanti così, potrebbe nascere una squadra interessante. Interessante: altri aggettivi, oggi, sarebbero ingiustificati. Definire la forza di una squadra così da lontano è sempre un rischio, soprattutto se i nuovi giocatori come Douglas Luiz o Khephren Thuram non hanno mai giocato nel nostro campionato. Ma è purtroppo finita l’epoca in cui i club italiani, la Juventus in particolare, poteva acquistare certezze, si è costretti a ragionare in termini di scommesse e quelle di Giuntoli (Douglas Luiz su tutti) non sembrano azzardate. Anzi.

Motta ha convinto anche John Elkann

Thiago Motta lo è già di più, una certezza. Il lavoro svolto a Bologna lo abbiamo visto tutti, sulla sua intelligenza calcistica è pronto a giurare qualsiasi compagno lo abbia avuto in squadra e, da ieri, lo stesso Motta ha convinto anche John Elkann, dopo una mezzora di faccia a faccia nella quale hanno condiviso la filosofia, che deve guidare il nuovo progetto juventino. E, infatti, sono proprio le idee calcistiche del nuovo tecnico che stanno facendo germogliare l’entusiasmo dei tifosi, sia le centinaia che ieri erano intorno allo Juventus Training Center, sia i milioni sparpagliati ovunque.

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