Thuram, il futuro Juve può rivelare una sorpresa: cosa si aspetta Motta

Khephren è sbarcato con papà Lilian. Porta fisicità e corsa: centrocampo quasi al top

TORINO - Fatto un “vendittiano” giro immenso di 18 anni, è ufficialmente tornato l’amore tra Khephren Thuram e la Juventus: la squadra con la cui maglia il figlio di Lilian, nato tre mesi prima del passaggio in bianconero del papà, ha imparato a gattonare, a camminare, a tirare i primi calci a un pallone, a correre. La squadra che gli ha fatto scoprire il calcio. Un amore interrotto da calciopoli e dal passaggio di Lilian al Barcellona nel 2006, quando Khephren aveva cinque anni. Tornato in Francia a sette, dopo il ritiro dell’illustre genitore, il minore dei fratelli Thuram ha cominciato la rincorsa che attraverso Boulogne Billancourt, Monaco e Nizza lo ha riportato alla Juventus. Un traguardo che ha voluto fortemente, rifiutando sia il rinnovo del contratto col Nizza in scadenza nel 2025, sia altre destinazioni, agevolando così il lavoro di Giuntoli che è riuscito ad acquistarlo per 20 milioni più 5 di bonus.

La prima giornata di Khephren Thuram alla Juve

Una rincorsa che presto riporterà Khephren sullo stesso terreno dove giocava papà, anche se attorno al campo è cambiato tutto: non ci sono più le curve e le tribune lontane del Delle Alpi, ma le gradinate a picco sulle linee laterali dell’Allianz Stadium. E c’è, nella stessa struttura, il J Medical, dove ieri Thuram ha sostenuto le visite e ricevuto il primo abbraccio dei tifosi bianconeri. Atterrato a Caselle alle 7.30 in compagnia proprio di papà Lilian, e passato prima dalla Continassa dove ha salutato Thiago Motta, il ventitreenne centrocampista è arrivato al centro medico bianconero poco dopo le 9 e mezza e lo ha lasciato dopo circa sei ore per andare in sede a firmare il quinquennale da due milioni a stagione. All’ingresso e all’uscita dal J Medical, i cori “Olééé, olé olé olé Thuram” e “Siam venuti fin qua, per vedere segnare Thuram”.

I nuovi acquisti non li porta Babbo Natale

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Le caratteristiche di Khephren Thuram

Una speranza che pare destinata ad avverarsi raramente, quest’ultima, stando a quanto raccontano i soli 9 gol realizzati in 167 partite nel Nizza. Non è detto però che il futuro non riservi piacevoli sorprese: a Thuram manca freddezza sottoporta, ma è abile negli inserimenti e potrebbe imparare a sfruttare meglio questa qualità: a 23 anni è ancora nella fase ascendente, anzi, iniziale, della carriera. Quello realizzativo non è comunque certo il contributo primario che la Juventus si aspetta da lui. Fisicità - nell’ultimo campionato è stato il terzo del Nizza per contrasti vinti, 29, preceduto solo dai due difensori centrali -, strappi e allunghi con e senza palla, non disgiunti da buone doti di palleggio (è stato il migliore del Nizza per passaggi filtranti) sono ciò che Thiago Motta e Giuntoli si attendono da lui. Un contributo simile (eccezion fatta per il gioco aereo dove Thuram può e deve migliorare, visto il metro e 93 di statura) a quello che forniva e chissà se tornerà a fornire Adrien Rabiot: non a caso la Juve su Thuram ha accelerato quando Cavallo Pazzo ha rinviato a dopo l’Europeo la sua risposta alla proposta di rinnovo.

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Juve, centrocampo al top

Con Thuram a garantire fisico e allunghi, Douglas Luiz tecnica e organizzazione, il ritrovato Fagioli fantasia e qualità, Locatelli solidità e copertura (se le avances del Marsiglia non faranno breccia), tutti e quattro in generale capaci di impostare e di difendere, di inserirsi e di pressare, il centrocampo bianconero si avvia a compiere un salto in avanti sul piano numerico e qualitativo rispetto alla passata stagione. Per completarlo, resta da inserire nel mosaico il tassello che aggiunga incisività in fase di rifinitura e di finalizzazione. L’uomo da piazzare alle spalle di Dusan Vlahovic nel 4-2-3-1, posizione in cui intanto si candida a proseguire la sua crescita Miretti, sviluppi del mercato permettendo. Manca Teun Koopmeiners, da mesi nel mirino e per il quale ora Giuntoli sta cercando di stringere i tempi. Intato il direttore tecnico bianconero, dopo il benvenuto di lunedì a Thiago Motta (accompagnato ieri mattina al J Museum) ha accolto alla Continassa anche Khephren Thuram, che nel pomeriggio ha firmato e oggi dirà le sue prime parole da juventino. D’altra parte, era juventino anche quando disse le sue prime parole in assoluto.

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TORINO - Fatto un “vendittiano” giro immenso di 18 anni, è ufficialmente tornato l’amore tra Khephren Thuram e la Juventus: la squadra con la cui maglia il figlio di Lilian, nato tre mesi prima del passaggio in bianconero del papà, ha imparato a gattonare, a camminare, a tirare i primi calci a un pallone, a correre. La squadra che gli ha fatto scoprire il calcio. Un amore interrotto da calciopoli e dal passaggio di Lilian al Barcellona nel 2006, quando Khephren aveva cinque anni. Tornato in Francia a sette, dopo il ritiro dell’illustre genitore, il minore dei fratelli Thuram ha cominciato la rincorsa che attraverso Boulogne Billancourt, Monaco e Nizza lo ha riportato alla Juventus. Un traguardo che ha voluto fortemente, rifiutando sia il rinnovo del contratto col Nizza in scadenza nel 2025, sia altre destinazioni, agevolando così il lavoro di Giuntoli che è riuscito ad acquistarlo per 20 milioni più 5 di bonus.

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Una rincorsa che presto riporterà Khephren sullo stesso terreno dove giocava papà, anche se attorno al campo è cambiato tutto: non ci sono più le curve e le tribune lontane del Delle Alpi, ma le gradinate a picco sulle linee laterali dell’Allianz Stadium. E c’è, nella stessa struttura, il J Medical, dove ieri Thuram ha sostenuto le visite e ricevuto il primo abbraccio dei tifosi bianconeri. Atterrato a Caselle alle 7.30 in compagnia proprio di papà Lilian, e passato prima dalla Continassa dove ha salutato Thiago Motta, il ventitreenne centrocampista è arrivato al centro medico bianconero poco dopo le 9 e mezza e lo ha lasciato dopo circa sei ore per andare in sede a firmare il quinquennale da due milioni a stagione. All’ingresso e all’uscita dal J Medical, i cori “Olééé, olé olé olé Thuram” e “Siam venuti fin qua, per vedere segnare Thuram”.

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