Iling, il plusvalentificio e quella cena in Portogallo

Mentre la Juve, dopo le penalizzazioni, riceve offerte su offerte per i giovani del "plusvalentificio" e deve fare comunicati che sembrano atti giudiziari, in Italia si piange per i giovani che giocano troppo poco

Lisbona, ottobre 2022, stadio Da Luz. Seguire la squadra in Champions in città così belle rimane l’aspetto più entusiasmante del tifo, in un periodo in cui in campo le cose proprio non vanno. Quell’autunno è un disastro: la Juve, sconfitta da PSG e Benfica all’andata, è crollata con il Maccabi Haifa e il presidente Agnelli ha parlato apertamente di “vergogna” collettiva. Va a Lisbona per ritrovarsi e quantomeno evitare figuracce: dopo un’ora circa, è sotto 4-1 e il risultato è forse la migliore delle notizie. Una figura imbarazzante, una squadra sola in campo, non c’è reazione, si rischia seriamente una imbarcata non degna della storia del club. Mancano 20 minuti. Di positivo c’è solo la cena portoghese prenotata per il post partita: “Andiamo via, così arriviamo comodamente e ci consoliamo con il cibo?”, “ma no, siamo qua, guardiamola fino in fondo”. Entrano due ragazzi della Next Gen, che si stanno affacciando in prima squadra: Soulé e Samuel Iling Junior. L’inglese cambia completamente la partita: scatta sulla sinistra, non ha paura a saltare l’uomo, mette palloni in mezzo, non lo prendono mai: saranno i 20 minuti bianconeri più esaltanti di quella edizione di Champions, forse dell’intera stagione. Finisce 4-3 ma la Juve rischia perfino di pareggiare una sfida incredibile: ora sì che possiamo andare via, la cena portoghese assumerà un sapore diverso. Questo breve e insignificante ricordo può costituire un saluto finale a Iling Junior, che lascia la Juve avendoci fatto intravedere alcuni lampi da grande esterno, ma può legarsi anche alla stretta attualità.

Juve Next Gen, il famoso plusvalentificio secondo alcuni giornali e procure

La Juventus Next Gen, il famoso plusvalentificio secondo alcuni giornali e procure, la squadra in cui dei giovani giocano a calcio sul serio e possono mettersi alla prova tra i professionisti pur senza essere ancora all’altezza dei migliori in Serie A, ha prodotto e fatto maturare alcuni dei più interessanti giocatori della generazione in arrivo. Non si tratterà di Yamal o Nico Williams – siamo pur sempre in Italia, e comunque anche altrove i fenomeni nascono una volta ogni tanto – ma la Juventus sta raccogliendo ora i frutti di un lavoro cominciato diversi anni fa, come sempre tra mille ostacoli, malelingue, diffidenze e, perché no, inchieste qua e là, che non fanno mai male. Gli scambi, le permute, il leggendario libro nero, la Borsa, il valore gonfiato di Akè e Tongya, il plusvalentificio appunto: in breve, una squadra nata per fare i furbi, mica per creare valore reale. Indignazione, processi, via dall’Europa, era anche questo in fondo il mitico “sistema Juve”: molto meglio chi scambiava a diversi milioni di euro giocatori non professionisti, destinati a non cambiare neanche maglia e rimanere lì dov’erano.

Ma quello era il 2023, lì serviva creare quel clima, ormai le penalizzazioni e le squalifiche sono storia, anzi adesso c’è pure il Milan e allora chi un tempo parlava di plusvalentificio oggi scrive che “la seconda squadra non è una fabbrica di plusvalenze come forse qualcuno temeva, ma rappresenta l’habitat giusto per sviluppare i talenti”. Meglio così, allora avevamo capito male. Ma non basta, perché non cerchiamo di creare qualche problema ulteriore? Una delle squadre under 23 di serie A deve andare nel girone del sud, un bel sorteggio ed ecco qui la Juventus Next Gen costretta a 19 incredibili trasferte a centinaia di Km di distanza, con quanto ne consegue in termini di costi, fatica e organizzazione.

Eppure da lì arrivano i Miretti e compagnia, proprio mentre ascoltiamo discorsi pomposi da media e istituzioni sportive post eliminazione e figuraccia degli azzurri sull’importanza dei giovani, “le squadre più importanti danno loro troppo poco spazio e la Nazionale ne paga le conseguenze”. Parliamo di plusvalentificio e mandiamoli a 1000 km di distanza ogni due settimane, mi pare la soluzione migliore.

 La Juve si fa il mercato

E così, mentre come da tradizione il calcio italiano fa il possibile per complicare la vita a chi ha le idee migliori, la Juve si fa il mercato vendendo Iling Jr e Barrenechea all’Aston Villa, è subissata di richieste per Huijsen e Soulè e magari i prossimi saranno Nonge e chissà chi altro.

Ed è perfino inutile citare Yildiz, che della Juventus dei grandi forse sarà addirittura il numero 10.

Intanto nessuna indicazione dalla FIGC su come iscrivere a bilancio i giocatori acquistati da una squadra che ne preleverà altri dalla tua (sono necessariamente scambi anche se autonomi o conclusi in momenti diversi? Vanno iscritti in ogni caso come permute o si può contare la plusvalenza?), la Juve deve fare dei comunicati che sembrano degli atti giudiziari, con tanto di dottrina e giurisprudenza, lasciando aperta ogni strada interpretativa e aspettando sognante una qualunque istruzione al riguardo da parte degli organi competenti, la Nazionale piange pensando ai giovani che non giocano mai e io saluto Iling Junior e lo ringrazio per quella cena in Portogallo, resa dai suoi 20 minuti in campo ancora più gustosa di quanto già non lo fosse in realtà.

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