La reazione di Allegri e l'addio
Tutto questo, e molto altro, ha macerato Allegri che, dopo aver ovviamente capito di essere ormai fuori dal progetto, è esploso senza freni dopo la vittoria della Coppa Italia e ha fornito alla dirigenza più di un motivo per l’esonero (cinque, appunto, ne sono stati contestati nella lettera che ha accompagnato l’esonero) e l’occasione sia per risparmiare sui 7 milioni netti dell’ultimo ingaggio, sia di ribadire chi comanda alla Juve come, in definitiva, è sempre avvenuto nella tradizione storica delle aziende di famiglia a prescindere dai meriti pregressi. O, anzi, proprio per quelli se diventano troppo ingombranti. Dopo la notte del 15 maggio, il club ha deciso l’esonero dell’allenatore per motivi disciplinari e non per ragioni tecniche. Difficili da giustificare, d’altra parte: gli si sarebbero potuto contestare, anche legittimamente, la qualità del gioco e la rovinosa crisi nel girone di ritorno, ma non che non avesse raggiunto gli obiettivi della qualificazione Champions e la vittoria della Coppa Italia. Di cui, peraltro, non c’è traccia nel comunicato del 17 maggio: “L’esonero fa seguito a taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e con il comportamento che deve tenere chi la rappresenta. Si conclude un periodo di collaborazione, iniziato nel 2014, ripartito nel 2021 e terminato dopo le ultime 3 stagioni insieme con la Finale di Coppa Italia. La società augura a Massimiliano Allegri buona fortuna per i suoi progetti futuri”.
Contestazioni e risposte
Ma, intanto, l’ad Scanavino (all’incontro d’esonero non era presente Giuntoli: non c’entravano le questioni tecniche) gli aveva consegnato contestualmente la lettera con le contestazioni a cui i legali di Max hanno risposto entro i cinque giorni canonici. Risposte che non sono state considerate sufficienti dal club che, ormai è una certezza, aveva evidentemente già deciso di andare fino in fondo con la causa legale sia per ragioni economiche sia, come abbiamo visto, politiche. Il messaggio, e non certo in bottiglia, è stato dunque lanciato e la platea che si vuole raggiungere è molto vasta tanto dentro quanto fuori dal “mondo Juventus”. Poi, certo: non è detto che si giunga fino al verdetto ed è possibile che un accordo venga raggiunto prima, ma il livello dello scontro si è alzato assai e i tifosi non ne sentivano certo il bisogno. E la sensazione è che non finirà qui.