Atalanta-Juve: perché Cambiaso va in mezzo e Allegri non deve difendere basso

Le chiavi tattiche della sfida di Coppa Italia: grimaldello Chiesa e Koopmeiners trequartista, come leggere la finale

A differenza della Juventus, reduce dal pari interno con la retrocessa Salernitana, l’Atalanta arriva alla finale di Coppa Italia col vento in poppa dopo aver regolato la Roma nello scontro diretto per la qualificazione Champions e dopo essersi qualificata per la finale di Europa League. Tutto questo, rimanendo fedele al calcio di Gasperini. Il tecnico dei bergamaschi infatti continua a macinare gioco e risultati di anno in anno, pur con protagonisti che variano. In questo momento, due delle armi a disposizione della Dea sono rappresentate da Charles De Ketelaere e Gianluca Scamacca. Entrambi sono in qualche modo resuscitati a Bergamo. Per quanto riguarda il belga, si tratta di un giocatore che era naufragato l’anno passato al Milan, tanto è vero che molti ad un certo punto lo avevano indicato come un calciatore inadatto al calcio italiano. Nel sistema di Gasperini, invece, CdK si è trovato maggiormente a proprio agio rispetto a quanto gli era capitano sotto la guida di Stefano Pioli. Agendo da secondo trequartista, con libertà di associarsi ai compagni in zona di rifinitura e di andare alla conclusione in prima persona, l’ex Bruges ha prodotto una stagione, solo in campionato, lo ha visto fino ad oggi mettere insieme 9 reti e 6 assist.

Da parte sua, Scamacca si è ulteriormente evoluto dal punto di vista tecnico, raggiungendo nuovi livelli. L’Atalanta nella trequarti offensiva si appoggia all’ex Sassuolo non solo come terminale ultimo, ma anche come elemento chiave nello sviluppo della manovra. La sua assenza per squalifica potrebbe pesare nella finale di oggi. Per sostituirlo, l’ipotesi più probabile è quella che vedrebbe Gasperini utilizzare Teun Koopmeiners accanto a De Ketelaere, a ridosso di Ademola Lookman. L’olandese è il vero e proprio tuttofare a disposizione del tecnico di Grugliasco, essendo in grado sia di scendere a livello dei difensori per aiutare la fase di costruzione sia di proporsi in mezzo al campo in quella di sviluppo sia, infine, di andare a giostrare sulla trequarti d’attacco. Pur restando il gioco sulle corsie laterali fondamentale nel gioco dei nerazzurri, in questa stagione l’Atalanta si sta evolvendo in una squadra che occupa e sfrutta meglio i corridoi centrali del campo.

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La posizione di Chiesa

Per questo motivo la Juventus non potrà affidarsi soltanto ad una difesa passiva con blocco basso: i bergamaschi infatti hanno dimostrato di poter manipolare questo tipo di difese. Sul piano difensivo inoltre la Juventus dovrà prestare attenzione al pressing avversario. L’Atalanta applica alla perfezione un sistema difensivo aggressivo, fatto di marcature uomo contro uomo a tutto campo. La Juve dovrà essere abile a muovere i suoi giocatori in modo da creare varchi da poter poi attaccare nella fase di risalita del campo.

Sarebbe poi utile provare a settare il possesso per costringere l’Atalanta ad effettuare fasi di difesa posizionale bassa alle quali non è abituata. Anche le qualità di Federico Chiesa in situazione di uno contro uno potrebbero rivelarsi un buon grimaldello per far saltare il dispositivo di marcature predisposto da Gasperini. Anche i movimenti di Andrea Cambiaso dall’esterno all’interno del campo possono assolvere a questa funzione. Infine attenzione ai calci piazzati. Entrambe le squadre segnano tanto in queste situazioni (14 gol la Juve, 12 l’Atalanta, escludendo i rigori) potendo contare su giocatori di stazza.

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A differenza della Juventus, reduce dal pari interno con la retrocessa Salernitana, l’Atalanta arriva alla finale di Coppa Italia col vento in poppa dopo aver regolato la Roma nello scontro diretto per la qualificazione Champions e dopo essersi qualificata per la finale di Europa League. Tutto questo, rimanendo fedele al calcio di Gasperini. Il tecnico dei bergamaschi infatti continua a macinare gioco e risultati di anno in anno, pur con protagonisti che variano. In questo momento, due delle armi a disposizione della Dea sono rappresentate da Charles De Ketelaere e Gianluca Scamacca. Entrambi sono in qualche modo resuscitati a Bergamo. Per quanto riguarda il belga, si tratta di un giocatore che era naufragato l’anno passato al Milan, tanto è vero che molti ad un certo punto lo avevano indicato come un calciatore inadatto al calcio italiano. Nel sistema di Gasperini, invece, CdK si è trovato maggiormente a proprio agio rispetto a quanto gli era capitano sotto la guida di Stefano Pioli. Agendo da secondo trequartista, con libertà di associarsi ai compagni in zona di rifinitura e di andare alla conclusione in prima persona, l’ex Bruges ha prodotto una stagione, solo in campionato, lo ha visto fino ad oggi mettere insieme 9 reti e 6 assist.

Da parte sua, Scamacca si è ulteriormente evoluto dal punto di vista tecnico, raggiungendo nuovi livelli. L’Atalanta nella trequarti offensiva si appoggia all’ex Sassuolo non solo come terminale ultimo, ma anche come elemento chiave nello sviluppo della manovra. La sua assenza per squalifica potrebbe pesare nella finale di oggi. Per sostituirlo, l’ipotesi più probabile è quella che vedrebbe Gasperini utilizzare Teun Koopmeiners accanto a De Ketelaere, a ridosso di Ademola Lookman. L’olandese è il vero e proprio tuttofare a disposizione del tecnico di Grugliasco, essendo in grado sia di scendere a livello dei difensori per aiutare la fase di costruzione sia di proporsi in mezzo al campo in quella di sviluppo sia, infine, di andare a giostrare sulla trequarti d’attacco. Pur restando il gioco sulle corsie laterali fondamentale nel gioco dei nerazzurri, in questa stagione l’Atalanta si sta evolvendo in una squadra che occupa e sfrutta meglio i corridoi centrali del campo.

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