Juve-Inter al pallottoliere internazionale: perché Rabiot ribalta il confronto

C’è un dato che fotografa bene il gap, almeno a livello di esperienza, che è poi uno dei fattori per cui la squadra di Inzaghi è "più pronta", come Allegri ha ribadito in conferenza stampa

Sfida da pazzi: “Cavallo pazzoAdrien Rabiot contro un’Inter che invece “Pazza” non è più e pertanto è ancor più difficile da affrontare. E pazzia sarebbe ovviamente ridurre il confronto a un Rabiot contro tutti, ma di certo il francese nel Derby d’Italia di stasera dovrà essere più che mai il pilastro capace di sostenere un centrocampo bianconero pieno di crepe - a cominciare da quella sulla costola di Locatelli - nel confronto con il reparto nerazzurro, per molti (tra i quali Vieri, Sarri, Giaccherini, Tacchinardi, per citare solo alcuni che si sono espressi in questi termini) tra i più forti d’Europa.

La lotta a centrocampo

Persi per strada Pogba e Fagioli per le note vicende extracalcistiche, con un Locatelli nella migliore delle ipotesi in campo condizionato dalla frattura alla decima costola, Massimiliano Allegri come al solito non si lamenta e dà forza ai giocatori che gli restano mostrando piena fiducia in loro, ma è un fatto che la Juventus si presenti alla sfida per il primo posto un centrocampo sulla carta non al livello di quello nerazzuro. C’è un dato che fotografa bene il gap, almeno a livello di esperienza, che è poi uno dei fattori per cui la squadra di Inzaghi è «più pronta», come Allegri ha ribadito anche ieri: 253-109. È il confronto tra le presenze nelle coppe internazionali dei tre centrocampisti titolari dell’Inter, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, e i tre probabili bianconeri, McKennie, Rabiot e Miretti: quelle dei nerazzurri sono più del doppio e lo resterebbero anche inserendo Locatelli (29) al posto di Miretti (17). Discorso simile stringendo il discorso alla sola Champions League, con i tre nerazzurri che sommano 141 presenze e i tre bianconeri 97.
Poi ci sono un titolare dell’Italia, Davide Frattesi, e un giocatore da 83 presenze in Europa e 31 in Champions come Klaassen, che Inzaghi può far entrare all’occorrenza, per citare due dei panchinari nerazzurri. Sulla carta, insomma, a centrocampo non pare esserci confronto, considerando anche che, al di là delle statistiche, il terzetto nerazzurro si sta esprimendo a livelli altissimi sotto il profilo tecnico, tattico, fisico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fattore Rabiot

Nello sport, però, una volta sul campo la carta può sempre essere stracciata. E a cominciare ad appallottolare il divario con i nerazzurri non può che essere Rabiot, il giocatore già alla stessa altezza dei rivali: 60 partite in Champions, più di Barella (32) e Calhanoglu (41), appena meno di Mkhitaryan (68) e con lo status di titolare inamovibile in una Nazionale che a centrocampo, da Tchouameni a Fofana, da Camavinga a Boubacar fino a Khephren Thuram, ha un parco giocatori senza pari.


E proprio in un ruolo più simile a quello che ricopre nella Francia, dove è uno dei due mediani nel 4-2-3-1 di Deschamps, Rabiot potrebbe giocare stasera, se Allegri decidesse di non schierare Locatelli dal primo minuto. In quel caso sarebbe il francese il principale candidato a ricoprire il delicato ruolo di centrocampista centrale nel 3-5-2: proprio perché ha esperienza (molta di più di Miretti e Nicolussi Caviglia), tecnica e anche la fisicità che permette a Locatelli di essere un frangiflutti determinante davanti ai difensori. A prescindere dalla posizione in campo, comunque, sarà in termini di rendimento che Rabiot dovrà sostenere il reparto bianconero, facendo girare al massimo il suo «motore diverso», per citare Allegri, dal primo minuto all’ultimo di recupero e mettendo al servizio dei compagni il suo mix di fisicità, tecnica ed esperienza. Solo col miglior “Cavallo pazzo” il centrocampo bianconero può vincere questa sfida da pazzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sfida da pazzi: “Cavallo pazzoAdrien Rabiot contro un’Inter che invece “Pazza” non è più e pertanto è ancor più difficile da affrontare. E pazzia sarebbe ovviamente ridurre il confronto a un Rabiot contro tutti, ma di certo il francese nel Derby d’Italia di stasera dovrà essere più che mai il pilastro capace di sostenere un centrocampo bianconero pieno di crepe - a cominciare da quella sulla costola di Locatelli - nel confronto con il reparto nerazzurro, per molti (tra i quali Vieri, Sarri, Giaccherini, Tacchinardi, per citare solo alcuni che si sono espressi in questi termini) tra i più forti d’Europa.

La lotta a centrocampo

Persi per strada Pogba e Fagioli per le note vicende extracalcistiche, con un Locatelli nella migliore delle ipotesi in campo condizionato dalla frattura alla decima costola, Massimiliano Allegri come al solito non si lamenta e dà forza ai giocatori che gli restano mostrando piena fiducia in loro, ma è un fatto che la Juventus si presenti alla sfida per il primo posto un centrocampo sulla carta non al livello di quello nerazzuro. C’è un dato che fotografa bene il gap, almeno a livello di esperienza, che è poi uno dei fattori per cui la squadra di Inzaghi è «più pronta», come Allegri ha ribadito anche ieri: 253-109. È il confronto tra le presenze nelle coppe internazionali dei tre centrocampisti titolari dell’Inter, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, e i tre probabili bianconeri, McKennie, Rabiot e Miretti: quelle dei nerazzurri sono più del doppio e lo resterebbero anche inserendo Locatelli (29) al posto di Miretti (17). Discorso simile stringendo il discorso alla sola Champions League, con i tre nerazzurri che sommano 141 presenze e i tre bianconeri 97.
Poi ci sono un titolare dell’Italia, Davide Frattesi, e un giocatore da 83 presenze in Europa e 31 in Champions come Klaassen, che Inzaghi può far entrare all’occorrenza, per citare due dei panchinari nerazzurri. Sulla carta, insomma, a centrocampo non pare esserci confronto, considerando anche che, al di là delle statistiche, il terzetto nerazzurro si sta esprimendo a livelli altissimi sotto il profilo tecnico, tattico, fisico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve-Inter al pallottoliere internazionale: perché Rabiot ribalta il confronto
2
Fattore Rabiot