Bella no. Però dura, compatta, feroce, intelligente: la Juventus vince, la Fiorentina gioca. Ma è difficile non dare meriti ai bianconeri, perché sono sempre più squadra, disposta al sacrificio collettivo e dotata di una lucidità superiore alla media, così da annichilire tutta l’abnegazione offensiva viola. Tanti tiri in porta, poche occasioni per gli uomini di Italiano che impegnano solo due volte Szczesny, nel primo tempo, poi più, nonostante un predominio tanto totale quanto inutile nella ripresa. Quindi prima di risolvere semplicisticamente la questione con il “corto muso” o il “difensivismo” bisognerebbe ragionare un po’ di più.
Scuse a Rugani
Nella sequenza di uno a zero che sta fissando in classifica il secondo posto della Juventus, c’è un crescendo di convinzione, presa di coscienza e consolidamento delle ambizioni del gruppo e del suo allenatore. Per ragioni diverse, le vittorie sul Milan, sul Verona e sulla Fiorentina hanno corazzato il carattere della squadra di Allegri. Sono gli stessi uomini dell’anno scorso, ma oggi hanno il triplo del coraggio e della sicurezza. Quando ieri hanno subito la Fiorentina, lo hanno fatto senza tremori e, nel finale, sembravano più spaventati gli assedianti che gli assediati, nella loro battagliera comfort zone, dove i difensori avevano sguardi serenamente determinati. A partire da quel Daniele Rugani a cui forse andrebbe chiesto scusa per le critiche e la sfiducia che gli sono state riservate negli ultimi anni. Il ragazzo ha certamente passato stagioni opache, tuttavia la tortuosità del suo percorso lo sta restituendo con l’equilibrio e la solidità necessarie in quel ruolo.