Juve Park, la differenza con lo scorso anno e le contraddizioni del Franchi

Il commento del Direttore all’indomani della vittoria della squadra di Allegri contro la Fiorentina

Bella no. Però dura, compatta, feroce, intelligente: la Juventus vince, la Fiorentina gioca. Ma è difficile non dare meriti ai bianconeri, perché sono sempre più squadra, disposta al sacrificio collettivo e dotata di una lucidità superiore alla media, così da annichilire tutta l’abnegazione offensiva viola. Tanti tiri in porta, poche occasioni per gli uomini di Italiano che impegnano solo due volte Szczesny, nel primo tempo, poi più, nonostante un predominio tanto totale quanto inutile nella ripresa. Quindi prima di risolvere semplicisticamente la questione con il “corto muso” o il “difensivismo” bisognerebbe ragionare un po’ di più.

Scuse a Rugani

Nella sequenza di uno a zero che sta fissando in classifica il secondo posto della Juventus, c’è un crescendo di convinzione, presa di coscienza e consolidamento delle ambizioni del gruppo e del suo allenatore. Per ragioni diverse, le vittorie sul Milan, sul Verona e sulla Fiorentina hanno corazzato il carattere della squadra di Allegri. Sono gli stessi uomini dell’anno scorso, ma oggi hanno il triplo del coraggio e della sicurezza. Quando ieri hanno subito la Fiorentina, lo hanno fatto senza tremori e, nel finale, sembravano più spaventati gli assedianti che gli assediati, nella loro battagliera comfort zone, dove i difensori avevano sguardi serenamente determinati. A partire da quel Daniele Rugani a cui forse andrebbe chiesto scusa per le critiche e la sfiducia che gli sono state riservate negli ultimi anni. Il ragazzo ha certamente passato stagioni opache, tuttavia la tortuosità del suo percorso lo sta restituendo con l’equilibrio e la solidità necessarie in quel ruolo.

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Ma la partita del Franchi è un altro tassello di maturità per tutta la Juventus, tassello che si accumula nel progetto di Allegri, che ieri faticava a contenere il godimento sul volto. Che lo scudetto si stia avviando verso un duello fra Inter e Juventus è ormai conclamato. Tuttavia i passi avanti bianconeri non sono ancora sufficienti a pensarla come una sfida equilibrata. Anche l’Inter ha faticato a Bergamo, ma ha dato una dimostrazione di forza e superiorità più schiaccianti, ora come ora lo spessore nerazzurro è maggiore. Certo, il campionato è lungo e la Juventus ha più margini (e tempo) per crescere, quindi il campionato potrebbe farsi davvero appassionante.

La contraddizione del Franchi

Un pensiero, infine, sull’opportunità di giocare la partita ieri sera, con la tragedia dell’alluvione che ha causato vittime e danni nella zona di Firenze. Detto che c’è l’Osservatorio del Viminale a stabilire la presenza delle condizioni di sicurezza e non si può dubitare della coscienza con cui avrà effettuato le verifiche, resta il problema morale dello “show must go on” che è il più spinoso di tutti, perché qualche remora resta sempre (e qualcuno la cavalca con la cinica disinvoltura di alcuni politici). Tuttavia, il fatto che si chieda una sacrosanta solidarietà per le famiglie colpite dall’alluvione e contemporaneamente si espongano sciarpe del Liverpool (insultando il ricordo di altre famiglie e altre vittime) o si dia dello “zingaro” a Vlahovic, lascia perplessi e, soprattutto, sconsolati. Se ne uscirà mai?

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Bella no. Però dura, compatta, feroce, intelligente: la Juventus vince, la Fiorentina gioca. Ma è difficile non dare meriti ai bianconeri, perché sono sempre più squadra, disposta al sacrificio collettivo e dotata di una lucidità superiore alla media, così da annichilire tutta l’abnegazione offensiva viola. Tanti tiri in porta, poche occasioni per gli uomini di Italiano che impegnano solo due volte Szczesny, nel primo tempo, poi più, nonostante un predominio tanto totale quanto inutile nella ripresa. Quindi prima di risolvere semplicisticamente la questione con il “corto muso” o il “difensivismo” bisognerebbe ragionare un po’ di più.

Scuse a Rugani

Nella sequenza di uno a zero che sta fissando in classifica il secondo posto della Juventus, c’è un crescendo di convinzione, presa di coscienza e consolidamento delle ambizioni del gruppo e del suo allenatore. Per ragioni diverse, le vittorie sul Milan, sul Verona e sulla Fiorentina hanno corazzato il carattere della squadra di Allegri. Sono gli stessi uomini dell’anno scorso, ma oggi hanno il triplo del coraggio e della sicurezza. Quando ieri hanno subito la Fiorentina, lo hanno fatto senza tremori e, nel finale, sembravano più spaventati gli assedianti che gli assediati, nella loro battagliera comfort zone, dove i difensori avevano sguardi serenamente determinati. A partire da quel Daniele Rugani a cui forse andrebbe chiesto scusa per le critiche e la sfiducia che gli sono state riservate negli ultimi anni. Il ragazzo ha certamente passato stagioni opache, tuttavia la tortuosità del suo percorso lo sta restituendo con l’equilibrio e la solidità necessarie in quel ruolo.

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