È stato Conte a reinventarti difensore centrale nella difesa a tre?
"No. Conte mi ha insegnato a giocare con la palla tra i piedi. È stato il primo che mi ha chiesto di farlo con costanza, da lì mi si è aperto un nuovo mondo. Ho avuto un'evoluzione che miglioro ancora oggi, qui sono quasi più tecnico che marcatore. Le botte le dò ugualmente, ma non ho più Bonucci accanto: prima gli passavo volentieri il pallone e mi dedicavo solo a una cosa. Nasco a tre da giovane, passo a quattro tra Deschamps e Ranieri e poi mi alterno tra tre e quattro. Mi piaceva più difendere a quattro e impostare a tre, ora siamo tutti più fluidi e si potrebbe cambiare di più. Difendere a quattro è più semplice nel 90% dei casi, impostare a tre ti dà più soluzioni".
Ora non esistono più i ruoli nel calcio, ci sono le posizioni...
"Sopra i trent'anni troverei facilmente la posizione, ma poi rimango fermo lì".
È vero che Conte non aveva provato la difesa a tre e ve l'ha fatta fare all'improvviso?
"È nata perché era difficile lasciarne fuori uno. Aveva provato a mettermi terzino sinistro, ma andavo sempre a marcare le ali avversarie e non era il massimo. In altre occasioni è capitata che la usavamo ed è diventata più fissa. Non c'era bisogno di provare granché, per caratteristiche eravamo perfetti perché entravamo a pennello dentro l'abito. Andavano trovati gli equilibri con il resto della squadra".
Quale sarà il tuo ricordo indelebile della tua vita bianconera?
"Trieste è stata un'emozione forte arrivata dopo tanti anni di sofferenza. L'inizio e la fine anche. La fine ve la ricordate tutti, l'inizio sono state ore ad aspettare quella che era l'appuntamento con Giraudo, Moggi e Bettega. Moggi mi aveva dato appuntamento alle 9, ma è arrivato alle 13. Sono stato nella stanza dei trofei fino all'ora di pranzo, l'ho imparata a memoria".
Potresti diventare un dirigente della Juventus?
"Onestamente non lo so. Di base, starò qui negli Stati Uniti fino alla prossima estate. Ora capisco se giocando o no. Ma insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di rimanere qui fino alla prossima estate. Ho una casa a Torino che era pronta due anni fa quando sono andato via, quindi dovrei tornare a vivere a Torino. Poi si vedrà. Non mi sento di dire niente. A dicembre, salvo imprevisiti, sarò allo Stadium a vedere Juve-Roma".
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