Allegri dirige, Magnanelli e Padoin sergenti: così si allena la Juve

Ritmo e grinta, ora ruggisce anche lo staff bianconero: i due corrono per incitare e suggerire l’intero gruppo
Allegri dirige, Magnanelli e Padoin sergenti: così si allena la Juve© Juventus FC via Getty Images

La partita della domenica, concetto che resta valido anche per gli anticipi del venerdì o per i posticipi del lunedì, non è che la punta dell’iceberg. Ciò che affiora anche agli occhi del volgo riguardo il lavoro svolto in segreto durante la settimana. Ma, di quella massa subacquea dell’iceberg che si cela dietro i cancelli della Continassa, la punta non può che essere un fedele riflesso. E infatti, dietro la metamorfosi agonistica di questa Juventus, c’è un analogo cambiamento nell’approccio agli allenamenti. Sedute in cui ritmo e intensità – con una licenza poetica, suvvia – rappresentano la rima più ricercata.

Il mercato estivo, con i suoi pochi ma mirati movimenti, ha donato all’organico bianconero più gioventù e più gamba, d’accordo. Ma il resto lo sta plasmando, giorno dopo giorno, lo staff tecnico. E per capirlo è sufficiente osservare uno scampolo di partitella in famiglia. Quando la palla corre, infatti, corrono anche i collaboratori di Allegri, oggi rivestiti di un ruolo decisamente più attivo rispetto a ieri. Max coordina le operazioni direttamente in mezzo al rettangolo verde, dispensando indicazioni ai giocatori che gli sfrecciano accanto.

Padoin e Magnanelli al fianco di Allegri

I fidi Magnanelli e Padoin, invece, si spartiscono le due metà del campo, inseguendo a tutti gli effetti il portatore di palla per dettarne la giocata e, soprattutto, per sollecitarne il ritmo. Mordendo le caviglie, proprio come facevano quando indossavano i parastinchi al posto del fischietto al collo. E cacciando urla, di tanto in tanto, per scongiurare il rischio di rilassamenti. Durante le esercitazioni e le partitelle, infatti, si allena anche e soprattutto l’intensità. Per questo i due collaboratori si muovono avanti e indietro sempre con un pallone sotto il braccio: se la sfera finisce fuori dal campo, loro la rimettono in gioco un istante dopo, senza permettere ai ventidue di rifiatare.

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Allenamenti ad alta intensità

La logica conseguenza dei rinnovati metodi porta a giocatori sovente con le mani sui fianchi, quando non direttamente a terra in seguito a un ruvido contrasto. E pazienza se ogni tanto ci scappa una fortuita tacchettata a un compagno: non arrivasse, anzi, l’intensità probabilmente non sarebbe sufficiente. Così ieri, nel giro di un quarto d’ora, i sanitari a bordo campo sono stati scomodati due volte, la prima per scortare Rabiot ai box dopo un duro colpo e la seconda per applicare del ghiaccio sulla gamba dolorante di McKennie. Rischi del mestiere, differenti da quelli che hanno messo al tappeto Alex Sandro: il brasiliano ha accusato un problema alla coscia sinistra e le sue condizioni saranno monitorate in vista di Reggio Emilia.

L'equilibrio del mondo di Max

Non è un caso, insomma, che anche in partitella i gol arrivino soprattutto in virtù di un famelico pressing alto. Senza che questi freschi concetti offuschino però la lucidità nell’allenare i giocatori a comprendere i momenti della partita. «No, adesso no: se perdiamo palla, torna indietro», la ramanzina di Allegri a Cambiaso lanciato in una temeraria pressione solitaria. «Quando facciamo fraseggio non dobbiamo rischiare la giocata», l’appunto a Weah per un’ambiziosa sventagliata al momento sbagliato. L’equilibrio, nel mondo di Max, resta la base di tutto.

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La partita della domenica, concetto che resta valido anche per gli anticipi del venerdì o per i posticipi del lunedì, non è che la punta dell’iceberg. Ciò che affiora anche agli occhi del volgo riguardo il lavoro svolto in segreto durante la settimana. Ma, di quella massa subacquea dell’iceberg che si cela dietro i cancelli della Continassa, la punta non può che essere un fedele riflesso. E infatti, dietro la metamorfosi agonistica di questa Juventus, c’è un analogo cambiamento nell’approccio agli allenamenti. Sedute in cui ritmo e intensità – con una licenza poetica, suvvia – rappresentano la rima più ricercata.

Il mercato estivo, con i suoi pochi ma mirati movimenti, ha donato all’organico bianconero più gioventù e più gamba, d’accordo. Ma il resto lo sta plasmando, giorno dopo giorno, lo staff tecnico. E per capirlo è sufficiente osservare uno scampolo di partitella in famiglia. Quando la palla corre, infatti, corrono anche i collaboratori di Allegri, oggi rivestiti di un ruolo decisamente più attivo rispetto a ieri. Max coordina le operazioni direttamente in mezzo al rettangolo verde, dispensando indicazioni ai giocatori che gli sfrecciano accanto.

Padoin e Magnanelli al fianco di Allegri

I fidi Magnanelli e Padoin, invece, si spartiscono le due metà del campo, inseguendo a tutti gli effetti il portatore di palla per dettarne la giocata e, soprattutto, per sollecitarne il ritmo. Mordendo le caviglie, proprio come facevano quando indossavano i parastinchi al posto del fischietto al collo. E cacciando urla, di tanto in tanto, per scongiurare il rischio di rilassamenti. Durante le esercitazioni e le partitelle, infatti, si allena anche e soprattutto l’intensità. Per questo i due collaboratori si muovono avanti e indietro sempre con un pallone sotto il braccio: se la sfera finisce fuori dal campo, loro la rimettono in gioco un istante dopo, senza permettere ai ventidue di rifiatare.

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