Pagina 1 | Weah uomo chiave della Juve: più gol e velocità per la squadra di Allegri

Weah uomo chiave della Juve: più gol e velocità per la squadra di Allegri© Juventus FC via Getty Images

È qualcosa di più di un bel biglietto da visita, il gol con cui Timothy Weah ha firmato il 2-0 della Juventus sul Real Madrid nell’ultima amichevole della tournée bianconera negli Stati Uniti. È una sorta di scena pilota di un film ancora tutto da girare, ma riguardo alla cui riuscita proprio quella scena invita all’ottimismo. Fuori dalla metafora cinematografica, quel gol è un incoraggiante esempio di come gli inserimenti di Weah potranno essere preziosi per alzare l’incisività bianconera in area avversaria, uno dei principali problemi della squadra di Massimiliano Allegri nella passata stagione.

La rete al Real è stata frutto, oltre che dell’ottima azione costruita dai compagni, dell’intelligenza e della velocità dello statunitense nel seguirla e dell’astuzia nell’approfittare del movimento verso la porta con cui Kean ha abbassato la difesa madridista, per inserirsi nello spazio liberatosi alle spalle del compagno e dei difensori. Movimento da attaccante quale Weah era fino a due anni fa, come da attaccante è stata la conclusione: da quella posizione con un po’ di fortuna si può segnare semplicemente impattando la palla, ma il bianconero ha aperto il piede destro per piazzarla nell’angolo più lontano da Courtois che si stava spostando per coprire lo specchio.

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Weah, tutte le sue caratteristiche

Tecnica e freddezza. Ora, se Weah è stato progressivamente trasformato dai suoi tecnici da centravanti in terzino è perché una volta uscito dal settore giovanile non è mai riuscito a segnare con la frequenza richiesta ad un attaccante: l’essere cresciuto come tale, però, può rappresentare un bonus preziosissimo nel suo contributo alla finalizzazione come esterno a tutta fascia. In attesa di conferme, con il Real se ne è avuto il primo esempio. Non è solo il possibile contributo in fase realizzativa, però, a poter fare di Weah un elemento molto prezioso per la nuova Juventus.

Bastano un paio di dichiarazioni dei compagni per capire che cosa ha impressionato soprattutto di lui: «Ha un motore importante, corre tanto e ha tantissima energia», ha raccontato Szczesny; «Vola veramente quando corre, è velocissimo», ha spiegato Locatelli. Velocità e resistenza. Doti che non si poteva più chiedere di esprimere al massimo livello al trentacinquenne Juan Cuadrado, ma fondamentali per l’atteggiamento più aggressivo e per la maggiore intensità con cui Allegri sta cercando di caratterizzare la sua nuova Juventus. L’energia e la resistenza di Weah saranno utili per sostenere un pressing più alto e più continuo, la sua velocità fondamentale per poter coprire gli spazi più ampi che un atteggiamento più aggressivo lascerà alle spalle della squadra. Spazi che Weah deve ancora imparare a gestire al meglio, visto che la sua evoluzione tattica è ancora fresca, ma anche in questo caso sembra avere la dote giusta, parola di Allegri: «È un giocatore valido, ma soprattutto un ragazzo intelligente, che si è messo subito a disposizione».

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È qualcosa di più di un bel biglietto da visita, il gol con cui Timothy Weah ha firmato il 2-0 della Juventus sul Real Madrid nell’ultima amichevole della tournée bianconera negli Stati Uniti. È una sorta di scena pilota di un film ancora tutto da girare, ma riguardo alla cui riuscita proprio quella scena invita all’ottimismo. Fuori dalla metafora cinematografica, quel gol è un incoraggiante esempio di come gli inserimenti di Weah potranno essere preziosi per alzare l’incisività bianconera in area avversaria, uno dei principali problemi della squadra di Massimiliano Allegri nella passata stagione.

La rete al Real è stata frutto, oltre che dell’ottima azione costruita dai compagni, dell’intelligenza e della velocità dello statunitense nel seguirla e dell’astuzia nell’approfittare del movimento verso la porta con cui Kean ha abbassato la difesa madridista, per inserirsi nello spazio liberatosi alle spalle del compagno e dei difensori. Movimento da attaccante quale Weah era fino a due anni fa, come da attaccante è stata la conclusione: da quella posizione con un po’ di fortuna si può segnare semplicemente impattando la palla, ma il bianconero ha aperto il piede destro per piazzarla nell’angolo più lontano da Courtois che si stava spostando per coprire lo specchio.

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