La giovane Juve promossa a Londra

Determinata, attenta e anche un po' fortunata, la squadra di Allegri con 17 assenti ha sofferto ma ha mostrato maturità e battuto l'Arsenal. E ritrovato Iling
La giovane Juve promossa a Londra© Getty Images

TORINO - Complicato come ritrovarsi in una famiglia di sconosciuti che parlano un’altra lingua, formativo come adattarsi a una realtà del tutto nuova: il viaggio studio della giovane Juventus a Londra è stato difficile e istruttivo, ma chiuso con una festa inattesa completata dal ritorno in campo e al gol (o quasi, se si considera il 2-0 autorete di Holding) di Iling Junior. E, al di là del risultato, è stato anche promettente, considerati contesto e rivale, nonostante il dominio territoriale dell’Arsenal. 

Differenze

Priva di 17 elementi della rosa tra infortunati e giocatori reduci o ancora impegnati al Mondiale, la squadra  bianconera all’Emirates Stadium si è trovata davanti un Arsenal molto più vero, con le sue assenze (gli infortunati Gabriel Jesus e Saka su tutti), ma con i giocatori tornati dal Qatar già in campo: da Ramsdale a Xhaka, da Partey a White, tutti hanno sacrificato le vacanze o buona parte di esse sull’altare del classico Boxing Day con cui la Premier League ripartirà il 26 dicembre. Nove giorni d’anticipo sulla Serie A (la Juve giocherà a Cremona il 4 gennaio) che si sono visti anche nel ritmo, con i Gunners con una marcia in più soprattutto nel pressing.

Tutti promossi

Proprio il pressing è stato l’arma con cui la squadra di Arteta ha messo più in difficoltà la formazione bianconera. Allegri ha confermato il 3-5-2 con cui la Juve aveva vinto senza subire gol le ultime sei partite di campionato prima della sosta, lanciando tra i titolari Riccio al centro della difesa tra Gatti e Rugani, Barbieri sulla fascia destra e Barrenechea a centrocampo con Fagioli e Locatelli. Soulé sulla fascia sinistra e Miretti alle spalle di Kean gli altri tre dei 10 davanti a Perin, unico trentenne in campo. Tutti promossi, i giovani bianconeri: Riccio sicuro, Barbieri intraprendente, Barrenechea solido. Menzione anche per l’applicazione con cui Soulé si è adattato, lui attaccante esterno di fantasia, a giocare a tutta fascia. 

Spirito da rimonta

Applicazione e maturità del resto i bianconeri le hanno mostrate tutti, nel modo in cui hanno resistito (anche grazie a un po’ di fortuna in qualche occasione) a un Arsenal superiore per valore dei singoli, intesa e ritmo. Armi che la Juve ha smussato con la stessa solidità difensiva mostrata nelle sei vittorie consecutive di campionato, soffrendo come detto più in seguito a qualche errore marchiano nel tentativo di sfuggire al pressing che sulle azioni costruite dai Gunners. Non è stata dello stesso livello la produzione offensiva, con i due gol arrivati su due deviazioni (di Xhaka su cross di Fagioli a fine primo tempo la prima), ma visti numero e peso delle assenze non si poteva pretendere troppo: si sono comunque visti il Kean combattivo di prima della sosta e la qualità di Fagioli. Si è visto, soprattutto, lo spirito da Juve su cui si era basata la rimonta tra ottobre e novembre. E che sarà indispensabile per provare a continuarla.

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