Si riprenderanno i campionati secondo lei?
«Non chiedetelo a me. E’ una domanda che dovete porre agli epidemiologi e a chi ha la competenza per decidere. Credo che si debba tornare a giocare solo se ci sono le condizioni per farlo. E credo che non debbano essere solo i medici a consigliare la politica sulle decisioni da prendere, ma anche sociologi e psicologi, perché la situazione è complessa: c’è un problema con il virus e un problema con le vite di miliardi di persone».
Che cosa pensa del fatto che molti club, come Juventus e Barcellona, d’accordo con i giocatori, hanno operato un taglio degli ingaggi?
«Credo che se questo si inserisce in un contesto di aiuto alla collettività sia giusto, anzi doveroso. Noi calciatori e allenatori siamo dei privilegiati e lo siamo due volte: abbiamo trasformato la nostra passione di bambini in un lavoro e per svolgerlo veniamo pagati non bene, ma benissimo. Tutti andremo incontro a delle rinunce ed è giusto che le facciamo anche noi».
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