Edi Rama ha conquistato gli italiani in due minuti e venti secondi. E con un gesto nobilissimo, ovviamente. Il primo ministro albanese ha inviato nel nostro Paese 30 medici, «trenta membri della nostra piccola armata in tenuta bianca» come li ha suggestivamente definiti lo stesso Rama. «Non siamo ricchi ma neanche privi di memoria: ci avete accolto e noi non abbandoniamo l’amico in difficoltà», ha detto nel breve discorso con il quale ha salutato i dottori in partenza per le zone più colpite del bergamasco. Nessuna retorica, molto buon senso e un enorme cuore da parte di un personaggio eclettico, sicuramente più di un politico. Giocatore di basket in gioventù e, in generale, appassionato di sport; pittore e insegnante di Lettere presso l’Accademia delle Arti albanese; giornalista e saggista: Rama inizia la carriera politica nei primi Anni 90, quando è uno dei fondatori del Movimento per la democrazia.Dal 2000 al 2011 ricopre per tre mandati consecutivi la carica di sindaco della capitale albanese Tirana e, dopo un biennio da leader dell’opposizione, nel 2013 diventa Pirmo Ministro, carica che ricopre tuttora insieme a quella di ministro degli esteri. Senza mai nascondere il suo tifo per la Juventus.