Film Scudetto, perchè non c'è Zhang?
In tutta l’ora e mezza della pellicola non c’è nemmeno un’immagine o un riferimento all’ex presidente dei nerazzurri. Passi Sanchez, che come Sensi non l’è sentita di comparire in prima persona, ma non aver un contributo, nemmeno minimo, di chi ha investito centinaia di milioni nel club di Viale della Liberazione e che fino pochi mesi fa era il numero uno della società (scontato pensare che l’imprenditore cinese sarebbe stato orgoglioso nell’esserci) apre svariati ragionamenti. E pone più domande. Quella più scontata è sul perché di tale scelta. Dall’Inter fanno sapere che l’intervista a Zhang si sarebbe dovuta tenere a Milano, ma la permanenza in Patria dell’erede di Suning ne aveva oggettivamente impedito la realizzazione. Il tutto era così stato procrastinato alla tournée in Cina, ma l’annullamento della stessa ne ha poi reso impossibile la fattibilità. Logistica, costi e tempistiche serrate per recarsi eventualmente dall’altra parte del mondo hanno fatto il resto. Siccome il cinema “non accetta” interviste a distanza tramite computer, il risultato è zero di zero, nemmeno una comparsata per Steven, che passa così da possibile star, a fantasma della celebrazione interista.
A dedicargli un ringraziamento ci ha tuttavia pensato subito dopo la proiezione il suo successore Marotta: «Siamo qui a celebrare la seconda stella, ma anche gli eroi degli altri scudetti: dall’undicesimo vinto con Invernizzi, fino al ventesimo arrivato con Steven Zhang, passando da Fraizzoli, Pellegrini e Moratti. Il film è un qualcosa di toccante. Come diceva Bernardo Bertolucci, ricorderemo il mondo attraverso il cinema». Ma servirà leggere i giornali e guardare la tv per farlo con Zhang.