Pagina 1 | Arbitri, Var, casi, casino: problema di uniformità e coerenza. Serve buon senso

È un gran casino. Perché ogni arbitro fa a modo suo e ogni allenatore o dirigente interpreta a modo suo, ma il vero caos è garantito dal pensiero che il Var sia la soluzione di ogni problema e come tale venga invocato da tutti, nell’illusione che sia uno strumento oggettivo. E non lo è, non lo sarà mai, perché il regolamento del calcio non è quello del tennis, dove la palla può essere fuori o dentro, ma è pieno di quelle sfumature e di pieghe nelle quali inciampa in continuazione l’uniformità di giudizio, il miraggio che tutti inseguiamo. Perché il problema è capirsi: se un certo tipo di contatto è rigore, deve esserlo sempre, per esempio, e via così con ammonizioni, espulsioni, falli. Purtroppo non è così. E lo stesso utilizzo del Var non è uniforme, perché si va da arbitri che praticamente fanno arbitrare i colleghi davanti alla tv, fino a quelli (sempre più rari) che fanno tutto di testa loro. Inoltre, per la sfortuna di Gianluca Rocchi (che è una persona seria e fa quello che può) la qualità media si è parecchio abbassata.

Quanti errori tra arbitri e Var!

E così nell’ultima giornata c’è una sfilza di questioni che avvelenano il clima. L’espulsione esagerata di Reijnders, il gol annullato per due centimetri all’Udinese, le proteste della Lazio per il presunto “pugno” di Douglas Luiz, il “rigorino” del Napoli, la mancata espulsione di Cristante e la punizione invertita (e poi diventata gol) per il Cagliari contro il Torino che rappresenta l’unico errore oggettivo. Sul resto si discute. Spesso, però, a sproposito, perché non bastassero gli arbitri modesti, ci sono i dirigenti che la buttano in cacciare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabiani furioso dopo Juve-Lazio ma...

Sabato sera, Angelo Fabiani, ds della Lazio si è lamentato con vigorosa facondia di tre cose: un pugno di Douglas Luiz, il mancato intervento del Var e l’espulsione di Romagnoli. Andando con ordine: il pugno non è un pugno, ma un colpo neanche troppo vigoroso con l’avambraccio e la reazione di Patric (che aspetta più di qualche attimo per stramazzare a terra) è quantomeno sospetta; il Var non può e non deve intervenire perché è una casistica da ammonizione e non da espulsione (mancando la violenza); è invece intervenuto per l’espulsione di Romagnoli proprio perché era una casistica da rosso (interrompe una chiara occasione da gol). Fabiani è andato in tre televisioni diverse senza che nessuno facesse notare l’incongruenza di alcune sue affermazioni (con la felice e sobria eccezione di Paolo Condò su Sky), ma trovando invece molta comprensione. Fabiani fa il suo mestiere, che comporta anche il recriminare per farsi sentire e mettere pressione ai prossimi arbitri, il problema è che poi si genera confusione perché se un contatto diventa un pugno e la cosa viene ribadita in tre tv diverse, poi passa alla storia come il pugno di Douglas Luiz, tipo Tyson.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Empoli e il "rigorino" concesso al Napoli

Il ds dell’Empoli, Roberto Gemmi, si è invece lamentato del rigore concesso al Napoli, da molti definito “rigorino”. Qui entriamo nella zona liquida di interpretazione del contatto, della valutazione dell’eventuale pestone (che non sembra esserci) e del tipo di contrasto. Così ci troviamo ancora una volta di fronte al problema dell’uniformità: quella roba lì è rigore? Bene, basta saperlo. Ma deve esserlo sempre o mai. Come le espulsioni: Reijnders sì, Romagnoli sì, Cristante no. Perché? E non è troppo severa quella per Reijnders? E se per Reijnders è rosso, perché non è per Cristante? E il fuorigioco dell’Udinese: siamo sicuri che il frame è esattamente quello corrispondente al tocco del pallone? Perché se annulli per 2 o 3 centimetri devi avere uno strumento la cui tolleranza è inferiore ai 2 o 3 centimetri e il fuorigioco elettronico non ha quella tolleranza, perché dipende dalla definizione delle telecamere e dalla decisione di un uomo di bloccare una frazione di secondo prima o dopo il filmato. E questo non ha proprio niente di oggettivo. Non bisogna criminalizzare gli arbitri, bisogna aiutarli e aiutare Rocchi, però in questo gran casino andrebbero fissati dei paletti più rigidi e precisi per l’uniformità di certe decisioni. Al momento è l’unico provvedimento possibile, perché il regolamento non si cambia da un giorno all’altro, mentre il buon senso si può aggiungere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

È un gran casino. Perché ogni arbitro fa a modo suo e ogni allenatore o dirigente interpreta a modo suo, ma il vero caos è garantito dal pensiero che il Var sia la soluzione di ogni problema e come tale venga invocato da tutti, nell’illusione che sia uno strumento oggettivo. E non lo è, non lo sarà mai, perché il regolamento del calcio non è quello del tennis, dove la palla può essere fuori o dentro, ma è pieno di quelle sfumature e di pieghe nelle quali inciampa in continuazione l’uniformità di giudizio, il miraggio che tutti inseguiamo. Perché il problema è capirsi: se un certo tipo di contatto è rigore, deve esserlo sempre, per esempio, e via così con ammonizioni, espulsioni, falli. Purtroppo non è così. E lo stesso utilizzo del Var non è uniforme, perché si va da arbitri che praticamente fanno arbitrare i colleghi davanti alla tv, fino a quelli (sempre più rari) che fanno tutto di testa loro. Inoltre, per la sfortuna di Gianluca Rocchi (che è una persona seria e fa quello che può) la qualità media si è parecchio abbassata.

Quanti errori tra arbitri e Var!

E così nell’ultima giornata c’è una sfilza di questioni che avvelenano il clima. L’espulsione esagerata di Reijnders, il gol annullato per due centimetri all’Udinese, le proteste della Lazio per il presunto “pugno” di Douglas Luiz, il “rigorino” del Napoli, la mancata espulsione di Cristante e la punizione invertita (e poi diventata gol) per il Cagliari contro il Torino che rappresenta l’unico errore oggettivo. Sul resto si discute. Spesso, però, a sproposito, perché non bastassero gli arbitri modesti, ci sono i dirigenti che la buttano in cacciare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Arbitri, Var, casi, casino: problema di uniformità e coerenza. Serve buon senso
2
Fabiani furioso dopo Juve-Lazio ma...
3
L'Empoli e il "rigorino" concesso al Napoli