Criminali nelle curve, la macchina del fango
Il racconto dipende sempre dai momenti e dalle maglie: passano gli anni, mutano le priorità e anche le infiltrazioni tra i tifosi organizzati hanno perso quel fascino perverso che avevano poco meno di un decennio fa. Un paio di brutte storie che finiscono in tragedia, ex responsabili della curva pregiudicati, conversazioni e selfie, il nuovo responsabile con dei precedenti, cori e abbracci con giocatori e dirigenti: per leggerlo dovete andare a pag. 15 del Fatto Quotidiano. Ne parla The Times in Inghilterra ma da noi no, riserbo assoluto. Proprio come un paese civile, nel quale il gossip giudiziario non è ammezzo, le sentenze si danno dopo e non prima dei processi, in cui noi cittadini non abbiamo il diritto di ascoltare le intercettazioni di chi non ha commesso alcun reato. Finalmente chiunque, anche chi sparge veleni quotidiani, utilizza toni cauti e prudenti perché in fondo “che male c’è a parlare e tenere i rapporti, se non c’è un reato?”.
E voi non sapete quanto mi piacerebbe che davvero dalle nostre parti si parlasse sempre così, evitando giustizialismi e moralismi, ma purtroppo non siamo così giovani da poter dimenticare i tempi non così risalenti in cui scoprimmo che nella curva di una (sola) società si era fatto strada qualche elemento noto alle autorità e la sola idea che i discendenti di un pregiudicato avessero rapporti con dei rappresentanti di quel club era motivo più che sufficiente per ordire una campagna mediatico-giudiziaria senza precedenti su quel tema. La diffusione quotidiana di intercettazioni – il patto è quello, no? Noi ve le passiamo, voi ci sostenete -, le illazioni, le Iene, i Report che inseguono un Marotta non ancora folgorato sulla via di Damasco, la Commissione Antimafia, il procuratore federale che attribuisce in modo fantasioso una infame intercettazione ad Agnelli perché in fondo è anche così, che si crea il clima, in un contesto così passivo e mediocre: le accuse cadono, rimane il fango, che fa ancora associare il nome della Juventus e del suo ex presidente più vincente alla criminalità organizzata, senza che vi fosse il benché minimo appiglio.