Aurelio De Laurentiis avrebbe voluto realizzare il canale senza nemmeno ricorrere al supporto dei fondi. Secondo il presidente del Napoli, il calcio italiano vale più di 900 milioni all’anno. E andare in proprio avrebbe aiutato a individuare la giusta misura economica di queste potenzialità. Sky verserà 200 milioni (più del doppio degli attuali 87), Dazn 700, quindi 140 in meno rispetto alla proposta accettata nel 2021. Per ridurre questo gap la piattaforma streaming ha messo sul tavolo anche una componente variabile: al di là della soglia di 750 milioni di fatturato da abbonamenti dell’azienda britannica, ogni euro in più sarà diviso al 50% con la Lega.
Un'asta molto complicata
Un modo per puntare insieme sulla crescita degli abbonati grazie ai nuovi provvedimenti legislativi anti-pirateria e varare un meccanismo che può rimandare in parte a quello di un canale della Serie A. Dazn è convinta che questa formula possa valere 100 milioni all’anno per la Serie A, la Lega effettua una stima prudenziale di 60 milioni da questa nuova voce di entrate. Senza dimenticare i 40 milioni che Dazn e Sky pagheranno per costi tecnici, dal momento che per la prima volta la Lega produrrà le partite grazie agli investimenti effettuati sul centro di Lissone (ma in questo caso ovviamente non saranno incassi netti dal momento che la Lega stessa deve sostenere delle spese per la produzione delle partite). «La scelta proietta dei numeri, tra costi tecnici e ricavi, superiori al miliardo medio nei cinque anni», dice l’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, che in questo modo ha chiuso a cifre accettabili un’asta complicatissima per la congiuntura complessiva.