Il ritorno a Udine e la questione Ultras
"Un aspetto in cui possiamo migliorare è capire che a volte gli episodi possono buttare all’aria la qualità di gioco, il gioco di squadra e tutto ciò che hai direzionato in maniera corretta. Bisogna sapere che c’è anche questo rischio - aggiunge - Bisogna essere pronti a quelle che sono le loro qualità che sono molte. Hanno tecnica in mezzo al campo, hanno dei palleggiatori e il rischio di subire delle ripartenze attraverso la loro qualità è alto. Grossomodo è una cosa che si fa quella di pensare di essere organizzati per la formazione. Però poi ci sono i tempi ravvicinati tra le partite. Abbiamo ancora più di 24 ore a disposizione, per cui continuiamo a tenere monitorata la situazione. Sono stato benissimo a Udine, mi emozionerò a tornare. È stato un posto che mi ha cresciuto sotto tutti gli aspetti, sia dal lato sportivo che umano. È una città civilissima, con gente per bene. Ho tantissimi amici che domani saranno a vedere la partita allo stadio”. Ai microfoni del Tg1 il ct Azzurro è tornato anche sulla vicenda Inzaghi-Ultras: "Io non devo chiarire niente a nessuno, ho solo risposto a una domanda su come mi comporto io in certe situazioni", ha aggiunto Spalletti ai microfoni di Vivo Azzurro Tv.
Sulla scarsa affluenza e la situazione geopolitica
La situazione geopolitica, i conflitti, la concomitante manifestazione pro Palestina, l'obbligo di presentarsi con larghissimo anticipo, sono le cause della scarsa affluenza di spettatori per Italia-Israele di domani sera. La vendita si è conclusa alle 12: sono 11.700 i biglietti staccati di cui 1.300 per bambini e ragazzi nell'ambito delle attività di promozione della Figc nelle scuole calcio. Le parole di Spalltti: "Si va a giocare la partita con la speranza di convincere sempre qualcuno in più, perché io penso che ci siano molti israeliani che non vogliono la guerra e noi dobbiamo convincere sempre qualcuno in più che questa è una cosa che deve finire".