Il segreto della Svizzera
«Chi gioca lì non deve essere necessariamente un terzino allenato in questo ruolo, basta un giocatore in forma. Ndoye ha chiuso il centrocampo e El Shaarawy ha visto a malapena una palla. Ma abbiamo diversi giocatori che possono ricoprire il ruolo di terzino destro» ha aggiunto il ct, che nella parte cruciale delle qualificazioni aveva adottato una difesa a quattro parsa definitiva ma ora cassata. A costringere in parte Yakin alla variazione è stato l’infortunio che da metà aprile ha reso indisponibile Djibril Sow, che dai Mondiali in poi era stato, anche se non con continuità, il terzo mediano di un 4-3-3 che in molte occasioni si era rivelato il modulo più affidabile e sicuro. Tenere invece due giocatori di scatto e movimento a supporto di una punta centrale, o nel caso della partita contro la Scozia più con una impostazione 1-2 e in quel caso era Shaqiri a galleggiare avanti e indietro, ha permesso a Yakin di gestire meglio il pallone allargando il numero di giocatori coinvolti nella costruzione: il gol di Freuler all’Italia è arrivato dopo un giro di ben 31 passaggi, record di questi Europei e segnale, oltre che della perforabilità azzurra, anche dell’eccellenza dei movimenti svizzeri con e senza palla.
E quando le cose vanno bene anche gli aneddoti, neutrali, diventano vincenti: è venuto fuori infatti che ai giocatori della ‘Nati’ (abbreviativo di nationalmannschaft, nazionale) viene servita pizza dopo ogni partita per un più rapido recupero, e pizza è stata anche sabato, prima che si tornasse seri, si cercasse di eliminare quei «rumori di sottofondo» citati da Yakin, che in passato avevano inquinato la serenità. Dopo il ritorno a Stoccarda e la giornata di riposo, prevista per oggi, inizia lo sprint per proseguire questa avventura (nei quarti c’è l’Inghilterra) in quello che scherzosamente gli svizzeri chiamano ‘il grande Cantone a nord’.