“Sei il migliore della Serie A”: Giuntoli-Di Gregorio, il colloquio mercato Juve

I retroscena di Belloni, storico agente del nuovo portiere bianconero: “Liverpool? Zero ripensamenti”

«Venerdì quando Michele è entrato per la prima volta alla Continassa era felice come un bambino al parco giochi: aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto. Poche volte l’ho visto così raggiante: di solito tende a celare le proprie emozioni. Arrivare alla Juventus è un grande traguardo, che Di Gregorio si è conquistato dopo una lunga gavetta. Nessuno gli ha mai regalato nulla, ha scalato tutte le categorie a suon di parate. È stato un giorno indimenticabile per tutti. Anche per me: portare un giocatore alla Juve all’età di 36 anni non capita a tutti gli agenti…». Firmato Carlo Alberto Belloni. Più che un procuratore un vero e proprio fratello maggiore per il nuovo portiere bianconero. I due sono cresciuti assieme, visto che l’estremo difensore di Corsico è stato il primo assistito ad affidarsi al manager milanese: «Lavoriamo insieme da 12 anni. Ormai ci consideriamo una coppia di fatto. In questi anni ne abbiamo vissute di tutti i colori, ma le confesso che ho sempre avuto la certezza che DiGre sarebbe arrivato a grandi livelli. Fin da quel pomeriggio in cui l’avevo visto per la prima volta. Michele aveva 14 anni e mi aveva colpito per esplosività e personalità».

Doti che hanno stregato pure Cristiano Giuntoli…
«Il direttore l’ha voluto fortemente. Gli ha detto più volte che rivedeva in lui Angelo Peruzzi. Le racconto una cosa…».

Prego.
«Nel momento in cui trattavamo il passaggio alla Juve Giuntoli ha detto più volte a DiGre che le squadre vincenti si costruiscono dai portieri forti e lui per la sua squadra voleva avere il migliore della Serie A: Di Gregorio, appunto».

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Il progetto Juve

Detto, fatto. Cosa vi ha convinto del progetto bianconero?
«Non abbiamo guardato alla parte economica che altrove poteva anche essere più allettante, ma siamo stati colpiti dalla voglia del direttore Giuntoli di far ritornare la Vecchia Signora a grandi livelli. E Michele vuole farne parte da protagonista». 

Tanto che a giugno ha detto no alla ricca offerta del Liverpool…
«C’era un forte interesse da parte dei Reds, però ci tengo a sottolineare che non è stato un no al Liverpool, bensì il mantenimento della parola data alla Juve. Ci eravamo stretti la mano con Giuntoli già da qualche mese e abbiamo voluto rispettare l’accordo preso. Per un portiere la Juve rappresenta il top come club dove giocare: lo dice la storia».

Non a caso sono arrivati i complimenti da parte di ex numeri uno bianconeri come Zoff e Buffon…
«Gli ha fatto enormemente piacere leggere quelle dichiarazioni. Parliamo di due portieri che hanno fatto la storia della Juve e del calcio. Questi attestati di stima saranno benzina pura nel suo motore per stimolarlo».

Visto da vicino: qual è il punto di forza di Di Gregorio?
«La mentalità e la costanza di rendimento. Mi ha sempre colpito di lui il non essersi mai seduto in tutti i passaggi della carriera che ha fatto. Ogni volta trova un limite più alto da superare. Non ha mai la pancia piena. Adesso è arrivato alla Juve per vincere più trofei possibili».

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Scalata Di Gregorio

E magari prendersi pure la Nazionale…
«Quella è la prossima sfida da vincere. Spesso c’è stato il binomio Juve-Nazionale per i portieri: speriamo che possa proseguire con Michele. Sa di essere un papabile e lavorerà sodo per attirare l’attenzione di Spalletti. Esclusione da Euro 2024? Ha accettato la non convocazione con tranquillità, nonostante sia stato premiato come miglior portiere della A. Dovrà fare ancora di più per meritarsi l’azzurro».

Il destino ha voluto che l’ultima gara col Monza fosse proprio in casa della Juve. Un segno del destino?
«Assolutamente si. Quel giorno i tifosi l’hanno accolto molto bene e gli hanno dedicato addirittura una standing ovation; mentre veniva premiato come miglior portiere del campionato: quasi un debutto anticipato».

Piccola curiosità: Di Gregorio ha già scelto il numero di maglia?
«Il 16 gli piace e ha un significato speciale per lui, ma al momento è occupato…».

In pochi anni è passato dal Renate alla Juve: ci racconta questa scalata?
«Quando da capitano dell’Inter Primavera lo portai in C tanti mi diedero del pazzo, invece era la scelta giusta. DiGre aveva solo bisogno di giocare e anno dopo anno è salito di categoria. A Monza ha avuto invece la possibilità di lavorare con persone straordinarie che hanno scritto la storia come Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, quest’ultimo gli ha pronosticato un futuro in Nazionale. A settembre il dottore gli aveva detto che in estate sarebbe andato in una big. Speriamo che abbia ragione anche stavolta…».

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«Venerdì quando Michele è entrato per la prima volta alla Continassa era felice come un bambino al parco giochi: aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto. Poche volte l’ho visto così raggiante: di solito tende a celare le proprie emozioni. Arrivare alla Juventus è un grande traguardo, che Di Gregorio si è conquistato dopo una lunga gavetta. Nessuno gli ha mai regalato nulla, ha scalato tutte le categorie a suon di parate. È stato un giorno indimenticabile per tutti. Anche per me: portare un giocatore alla Juve all’età di 36 anni non capita a tutti gli agenti…». Firmato Carlo Alberto Belloni. Più che un procuratore un vero e proprio fratello maggiore per il nuovo portiere bianconero. I due sono cresciuti assieme, visto che l’estremo difensore di Corsico è stato il primo assistito ad affidarsi al manager milanese: «Lavoriamo insieme da 12 anni. Ormai ci consideriamo una coppia di fatto. In questi anni ne abbiamo vissute di tutti i colori, ma le confesso che ho sempre avuto la certezza che DiGre sarebbe arrivato a grandi livelli. Fin da quel pomeriggio in cui l’avevo visto per la prima volta. Michele aveva 14 anni e mi aveva colpito per esplosività e personalità».

Doti che hanno stregato pure Cristiano Giuntoli…
«Il direttore l’ha voluto fortemente. Gli ha detto più volte che rivedeva in lui Angelo Peruzzi. Le racconto una cosa…».

Prego.
«Nel momento in cui trattavamo il passaggio alla Juve Giuntoli ha detto più volte a DiGre che le squadre vincenti si costruiscono dai portieri forti e lui per la sua squadra voleva avere il migliore della Serie A: Di Gregorio, appunto».

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