TORINO - Non sarà l’autogol contro la Spagna a ofuscare il talento cristallino di Riccardo Calafiori, altro promesso sposo bianconero, che Thiago Motta ha avuto modo di forgiare già quest’anno a Bologna, dove il 22enne romano ha conquistato ben presto la maglia da titolare diventando il difensore moderno, capace in copertura ma bravo pure nella fase di impostazione, che piace tanto agli allenatori, a tal punto da spaccare la concorrenza e convincere il ct Spalletti a convocarlo per l’Europeo, un premio per la stagione super appena disputata e culminata con la partecipazione alla prossima Champions League. «Motta mi ha sempre chiesto di giocare palla al piede, senza paura di sbagliare anche se qualche errore l’ho commesso. Sono migliorato molto dal punto di vista mentale, in un calciatore è tanto importante questo aspetto, va allenato almeno tanto quanto quello fisico» ha spiegato Calafiori confermando quelli che sono i punti cardini del gioco del tecnico italo-brasiliano, controllare il pallone e concedere libertà di movimento agli interpreti all’interno di uno schema ben definito.