Pagina 0 | Italia, abbiamo avuto una conferma. E c’è chi potrebbe essere un’arma letale

Difficile stabilire se è più sorprendente la facilità con la quale l’Italia costruisce o la leggerezza con quale, poi, spreca. Non eravamo abituati a una Nazionale fluida come quella del primo tempo, ma le imprecazioni per i gol sbagliati, alcuni in modo anche clamoroso, rimettono in equilibrio la bilancia che misura la soddisfazione. Per carità, per come siamo fatti noi, l’Albania era l’avversario più facile contro il quale incasinarsi la vita e portare a casa una vittoria. soprattutto se solida come quella di ieri sera, è un passo importante, ma delle tre grandi scese in campo finora, siamo quella che ha impressionato di meno. La Germania che ha bitumato la Scozia con classe, determinazione e cattiveria ha fatto paura a tutti. La Spagna che ha incantato contro la Croazia (finalista nel penultimo Mondiale e semifinalista nell’ultimo, meno di due anni fa) ha ricordato ai distratti di inserirla fra le favorite. La affronteremo giovedì e misureremo in modo più preciso le nostre ambizioni, in una partita completamente diversa da quella di ieri: certamente più difficile sotto il profilo tecnico, tuttavia senza il rischio di trovarsi gli avversari arroccati dietro la linea della palla.

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Spalletti, il lavoro e il DNA Italia

Il lavoro di Spalletti, soprattutto quello degli ultimi mesi, ha mostrato i suoi frutti e l’Italia ha dato l’impressione di avere la compattezza di una squadra di club, cioè di una squadra che sta insieme mesi, a volte stagioni, per trovarla. Ci avevamo anche provato a complicarci la vita con la follia più veloce della storia (23 secondi per prendere un gol da polli, omaggiando a Bajrami l’assist più preciso che le punte albanese hanno ricevuto in tutta la partita), ma i fantasmi di un fallimento epocale hanno risvegliato l’Italia come una secchiata d’acqua gelida e la reazione è stata travolgente. Ecco, nel primo tempo sembravano un pochino la Germania di venerdì sera, con la differenza che loro segnavano, noi sbagliavamo. Non un dettaglio, insomma. Ma non è nel nostro DNA calcistico fare più gol di quelli che servono e quindi bene i tre punti, avanti con il prossimo, per superare lo scoglio del girone che può trasformarsi in un pantano se non si vince con la più debole delle tre.

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Barella, Chiesa e Frattesi: le indicazioni

Inoltre, abbiamo avuto la conferma che Nicolò Barella è indispensabile (e non solo per il gol); che Federico Chiesa può ancora essere decisivo, soprattutto se riesce a integrarsi maggiormente con il resto della squadra; che la notevole propensione all’inserimento di Davide Frattesi potrebbe essere un’arma letale se lo stesso Frattesi fosse più lucido sotto porta. Ma soprattutto abbiamo scoperto che c’è già un gruppo, legato dallo spirito che benedice le spedizioni fortunate della nostra Nazionale. I minuti successivi al gol dell’Albania hanno mostrato una capacità di reazione collettiva che ha mescolato lucidità e rabbia in un dosaggio quasi perfetto e, non a caso, il risultato è stato ribaltato in pochissimo tempo. Discreta la prima, insomma, non ancora “buona”: un po’ per scaramanzia, un po’ perché questa squadra può e deve crescere se vuole coltivare l’ambizione più grande e regalarci un mese memorabile, come tre anni fa.

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