Calafiori, volontà chiara ma c'è l'ostacolo svizzero sulle contropartite Juve

Nelle ultime ore, dalla società emiliana, è filtrata una valutazione monstre di 50 milioni per cedere il proprio gioiello. Una cifra dettata dal gioco al rialzo per innescare un’asta internazionale

C’è il Basilea tra la Juventus e Riccardo Calafiori. Il club svizzero rischia di vestire i panni del Don Rodrigo di manzoniana memoria, diventando l’ostacolo principale alla celebrazione del matrimonio tra i Promessi Sposi: la Vecchia Signora e il difensore mancino classe 2002, appunto. Il club elvetico, infatti, vanta il diritto al 50% degli introiti generati dalla sua cessione. Un accordo blindato e decisamente favorevole quello siglato con il Bologna la scorsa estate, quando Calafiori si trasferì sotto le Due Torri per 4 milioni di euro più, appunto, la corposa percentuale sulla futura vendita. Con un particolare non di poco conto: le spettanze in favore del Basilea valgono non solo sulla cifra economica, ma anche sulle valutazioni dei cartellini dei giocatori che, eventualmente, sarebbero girati al Bologna come parziali contropartite.

Calafiori, il Basilea e la clausola specifica

Tradotto: non ci sono escamotage per aggirare la percentuale fissata, a suo tempo, sulla rivendita. Il motivo è semplice. In più di un’occasione, infatti, le società hanno accettato un conguaglio economico più basso a fronte dell’inserimento di un giocatore nell’affare, così da “risparmiare” su quanto avrebbero dovuto corrispondere alla squadra precedente. Un modus operandi decisamente in voga nel mondo del mercato, ma che la dirigenza del Basilea ha anticipato apponendo una specifica clausola nell’accordo. Ecco perché, paradossalmente, al Bologna non converrebbe prendere il terzino Tommaso Barbieri o il centrocampista Hans Nicolussi Caviglia all’interno dell’affare Calafiori.

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Calafiori, la valutazione e gli altri club

I due giovani talenti juventini piacciono eccome dalle parti di Casteldebole, ma - qualora dovessero entrare nella trattativa -, il Bologna dovrebbe poi girare cash agli svizzeri la metà delle loro valutazioni iscritte a bilancio. Della serie: meglio chiudere l’eventuale accordo senza inserire giocatori. Il che rischia di costringere la Juventus ad alzare la propria proposta per soddisfare le pretese del Bologna.

Nelle ultime ore, dalla società emiliana, è filtrata una valutazione monstre di 50 milioni per cedere il proprio gioiello. Una cifra clamorosa e dettata appunto dal gioco al rialzo votato alla possibilità di innescare un’asta internazionale vera e propria. D’altronde, nelle ultime settimane diversi club stranieri si sono fatti avanti col Bologna per sondare il terreno. In primis Chelsea, Bayer Leverkusen e Atletico Madrid, ma finora Calafiori non ha aperto la porta alla destinazione estera.

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Calafiori, Motta e la Juve

La volontà del giocatore è chiara da tempo e non è cambiata: il centrale mancino punta a ricongiungersi al mentore Thiago Motta in quel di Torino. Il flirt con la Juventus è ormai in corso da mesi, con tanto di bozza d’intesa contrattuale già impostata per un quinquennale da 2,2 milioni a stagione. Esattamente il quadruplo di quanto percepisce attualmente “Calafuria”, come è stato ribattezzato il difensore della Nazionale sui social. Proprio la vetrina azzurra a Euro 2024 potrebbe far ulteriormente impennare le sue quotazioni: ecco perché il Bologna per adesso spara alto e non ha nessuna fretta di cederlo.

Saputo punta, infatti, a tirarla per le lunghe, sperando in un grande Europeo da parte del numero 33 dei rossoblù. A quel punto sarebbe più facile tirar su il prezzo e costringere le pretendenti a sborsare una cifra più alta dei 20-25 milioni che la Juventus sperava potessero bastare per chiudere subito il colpo. La Vecchia Signora resta, però, fiduciosa forte della volontà del giocatore a proprio favore.

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C’è il Basilea tra la Juventus e Riccardo Calafiori. Il club svizzero rischia di vestire i panni del Don Rodrigo di manzoniana memoria, diventando l’ostacolo principale alla celebrazione del matrimonio tra i Promessi Sposi: la Vecchia Signora e il difensore mancino classe 2002, appunto. Il club elvetico, infatti, vanta il diritto al 50% degli introiti generati dalla sua cessione. Un accordo blindato e decisamente favorevole quello siglato con il Bologna la scorsa estate, quando Calafiori si trasferì sotto le Due Torri per 4 milioni di euro più, appunto, la corposa percentuale sulla futura vendita. Con un particolare non di poco conto: le spettanze in favore del Basilea valgono non solo sulla cifra economica, ma anche sulle valutazioni dei cartellini dei giocatori che, eventualmente, sarebbero girati al Bologna come parziali contropartite.

Calafiori, il Basilea e la clausola specifica

Tradotto: non ci sono escamotage per aggirare la percentuale fissata, a suo tempo, sulla rivendita. Il motivo è semplice. In più di un’occasione, infatti, le società hanno accettato un conguaglio economico più basso a fronte dell’inserimento di un giocatore nell’affare, così da “risparmiare” su quanto avrebbero dovuto corrispondere alla squadra precedente. Un modus operandi decisamente in voga nel mondo del mercato, ma che la dirigenza del Basilea ha anticipato apponendo una specifica clausola nell’accordo. Ecco perché, paradossalmente, al Bologna non converrebbe prendere il terzino Tommaso Barbieri o il centrocampista Hans Nicolussi Caviglia all’interno dell’affare Calafiori.

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