Juve, ma che fai con Chiesa? La questione Motta e il possibile sostituto

L'attaccante bianconero è al centro di un dilemma di mercato che solo il nuovo tecnico  potrà sciogliere. Intanto Giuntoli si premunisce, ma sicuramente le pretendenti a Fede non mancano...

E, adesso, sotto con l’Europeo. Il finale di stagione, impreziosito da due reti in due partite agli ordini di Montero, si è rivelato un virtuoso trampolino di (ri)lancio per Federico Chiesa. Ma più solide conferme in termini di apici e di continuità sono attese sul palcoscenico continentale, che tanto l’aveva esaltato tre anni fa. Per lustrarsi agli occhi di Thiago Motta o, chissà, per mettersi in mostra nel pieno della sessione estiva di mercato. Già, perché l’incompatibilità tra Allegri e Chiesa era ormai evidente anche ai muri della Continassa. Ma non per questo gli scenari sono destinati a mutare radicalmente con il sempre più probabile arrivo dell’ex tecnico del Bologna. Che predilige moduli adatti all’esterno bianconero, questo è vero, ma che al contempo strizza l’occhio a interpreti con qualità differenti.

Anche per questo, insomma, le trattative per il prolungamento del contratto con la Juventus, in scadenza nel 2025, non hanno subito recenti accelerazioni. I rapporti tra la dirigenza bianconera e l’agente Ramadani sono ottimi e la possibilità di un accordo-ponte fino al 2026 restano alte. Ma l’arrivo di un nuovo timoniere impone nuove riflessioni, destinate a coinvolgere tutti gli elementi della rosa. E Chiesa, in questo senso, potrebbe venire identificato come agnello sacrificale per finanziare il mercato in entrata del club.

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Chiesa, i pretendenti e il sostituto

Gli estimatori intorno al profilo del numero 7 bianconero, d’altronde, non mancano. Anche se l’ultimo paio di stagioni, tra più bassi che alti, ha reso timide le richieste nei suoi confronti. Pensa a Chiesa, per esempio, mister De Rossi, che a Roma ha rimesso gli esterni offensivi al centro del villaggio, anche se il mancato pass per la Champions League ha inferto un duro colpo alle casse capitoline. I Friedkin, in ogni caso, hanno abituato la piazza a colpi d’artificio, da Lukaku a Dybala, tanto per citare giocatori con uno stipendio superiore rispetto a quello di Chiesa alla Juventus. La Roma, insomma, resta qualcosa più di una semplice suggestione, mentre nelle ultime ore si è affacciata sulla scena anche l’ipotesi Milan, dato che il giocatore piace a Fonseca e che Leao potrebbe salutare. Ma la candidatura più forte, pur con il Bayern Monaco sempre sullo sfondo, come da un paio di stagioni ormai, rimane quella del Liverpool, che in estate andrà incontro a un’ampia ristrutturazione con il passaggio di consegne da Klopp a Slot. Il modulo di riferimento, infatti, dovrebbe rimanere un 4-3-3 tutto intensità e istinto, tratti distintivi dell’azzurro.

E la Juve? I bianconeri, se arrivassero precise indicazioni da Thiago Motta, sarebbero disposti a sacrificare Chiesa, pagato 50 milioni più bonus dalla Fiorentina. Al suo posto, in pole position, resta il nome di Albert Gudmundsson: i bianconeri sono pronti a offrire un contratto da oltre 2 milioni all’anno all’islandese, che al momento ne percepisce poco più di uno, mentre con il Genoa andrebbe poi trovata la quadra. La richiesta di 30-35 milioni, infatti, dovrebbe necessariamente essere abbattuta attraverso l’inserimento di contropartite tecniche nella trattativa.

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E, adesso, sotto con l’Europeo. Il finale di stagione, impreziosito da due reti in due partite agli ordini di Montero, si è rivelato un virtuoso trampolino di (ri)lancio per Federico Chiesa. Ma più solide conferme in termini di apici e di continuità sono attese sul palcoscenico continentale, che tanto l’aveva esaltato tre anni fa. Per lustrarsi agli occhi di Thiago Motta o, chissà, per mettersi in mostra nel pieno della sessione estiva di mercato. Già, perché l’incompatibilità tra Allegri e Chiesa era ormai evidente anche ai muri della Continassa. Ma non per questo gli scenari sono destinati a mutare radicalmente con il sempre più probabile arrivo dell’ex tecnico del Bologna. Che predilige moduli adatti all’esterno bianconero, questo è vero, ma che al contempo strizza l’occhio a interpreti con qualità differenti.

Anche per questo, insomma, le trattative per il prolungamento del contratto con la Juventus, in scadenza nel 2025, non hanno subito recenti accelerazioni. I rapporti tra la dirigenza bianconera e l’agente Ramadani sono ottimi e la possibilità di un accordo-ponte fino al 2026 restano alte. Ma l’arrivo di un nuovo timoniere impone nuove riflessioni, destinate a coinvolgere tutti gli elementi della rosa. E Chiesa, in questo senso, potrebbe venire identificato come agnello sacrificale per finanziare il mercato in entrata del club.

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