Rabiot, la Juve non ti aspetta all’infinito: pronte le alternative di Giuntoli

Il centrocampista francese e Federico Chiesa sono vicini alla scadenza di contratto: rinnovo o divorzio

TORINO - Petali rossi e spine: la “rosa” di una squadra si chiama così mica per niente. Adrien Rabiot e Federico Chiesa, oggi, appartengono alla categoria delle situazioni spinose. Tra i giocatori di peso nell’organico della Juventus, per cifra tecnica e per incidenza a bilancio, sono i due dal futuro più incerto. In scadenza rispettivamente tra una settimana e tra un anno, entrambi hanno ora smesso la maglietta bianconera per indossare quella della propria Nazionale a Euro 2024, obiettivo collettivo e, insieme, vetrina personale. Con la concreta prospettiva di scoprire prima la vincitrice della finale di Berlino che il loro destino nella stagione che verrà.

Rabiot: "Motta non è determinante per il mio futuro"

Rabiot, in tempi non sospetti, aveva in realtà assicurato di voler dare una direzione al proprio domani prima di partire con la Francia. E invece. "E invece c’è stato poco tempo per riflettere tra la fine della stagione con la Juventus e l’inizio dell’avventura con i Bleus – ha confidato ieri dal ritiro dei transalpini –. Ora voglio concentrarmi solo sull’Europeo e mettere in secondo piano il resto: quello che mi piacerebbe fare in futuro lo tengo per me, ma non sono preoccupato da questo aspetto". Anche perché nel frattempo, a Torino, è stata ufficializzata in qualità di tecnico una sua vecchia e gradita conoscenza.

"Thiago Motta è davvero un ottimo allenatore: ha fatto grandi cose da quando allena in Italia e lo conosco bene per aver condiviso con lui lo spogliatoio al Psg per tante stagioni – ha proseguito Rabiot, lungo il sottile filo dell’equilibrio –. Ma la sua nomina non sarà determinante per la mia scelta: lui ha la sua carriera e io la mia. Vedremo". Vedrà soprattutto Giuntoli, che però non ha intenzione di attendere all’infinito e sta già sondando piste alternative. La proposta a Madame Veronique, un prolungamento da due stagioni più una terza opzionale a circa 7,5 milioni a stagione (potendo beneficiare ancora delle agevolazioni del Decreto Crescita) è stata recapitata, in attesa di un responso che si è via via allontanato verso l’orizzonte.

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Rinnovo Rabiot: i possibili sostituti

Anche perché, in Germania, il centrocampista bianconero all’esordio ha costretto in panchina Tchouameni-Camavinga, ovvero la mediana del Real Madrid, e - supportato dal gradimento di Deschamps - confida di attirare ulteriori attenzioni in giro per l’Europa. Se non per lasciare la Juventus, magari per indurre Giuntoli ad arrotondare la propria proposta al fine di strappare il fatidico sì. Intanto, però, il direttore tecnico ha già intessuto rapporti farsi trovare pronto di fronte a ogni evenienza, curiosamente sempre all’insegna della pista francese. Youssouf Fofana del Monaco (su di lui anche Milan e Arsenal, soprattutto) e Khephren Thuram del Nizza sono i nomi in pole position in caso di rottura con Rabiot: qualità da mediani nell’ipotetico 4-2-3-1 di Motta, età simile (25 anni il primo e 23 il secondo), valutazione per entrambi intorno ai 30 milioni, ma tutti e due a un solo anno dalla scadenza di contratto senza segnali che al momento lascino intravedere un rinnovo in Ligue1.

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Chiesa: tutti gli scenari

Un dettaglio che non dimezza, ma quasi, il valore dei loro cartellini: Giuntoli monitora con grande attenzione. E chi in Germania ambisce a rinverdire i fasti di tre estati fa, con la maglia azzurra indosso, è invece Chiesa, il cui futuro non si sbroglierà prima della conclusione della rassegna continentale. I rapporti tra Giuntoli e l’agente Ramadani restano cordiali, ma l’ipotesi di rinnovo oltre il 2025 si sta gradualmente affievolendo. Cresce, di conseguenza, la possibilità che nel corso dell’estate le strade si separino: l’esterno piace alla Roma di De Rossi e al Napoli di Conte, ma intriga anche e soprattutto il Bayern Monaco di Kompany.

La richiesta bianconera è di 35-40 milioni, quando l’Italia tornerà in patria se ne parlerà nel concreto. "L’infortunio ha rallentato la mia carriera, ma mi ha insegnato tanto: prima il mio gioco era più istintivo, impulsivo – si è confidato Chiesa, ieri, nel corso di un’intervista a France Football – . Vlahovic? Mi piace molto giocare con lui, è un calciatore eccezionale e anche un grande amico. Adesso, in ogni caso, sto bene: sento di essere tornato vicino al livello che avevo raggiunto prima della rottura del crociato". L’azzurro spera di dimostrarlo in Germania, dove ha già ottenuto il riconoscimento di “mvp” all’esordio contro l’Albania, per brillare sotto i riflettori internazionali e smuovere le acque riguardo il suo futuro. Ci spera anche Spalletti, in fondo. E, perché no, pure lo stesso Giuntoli.

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TORINO - Petali rossi e spine: la “rosa” di una squadra si chiama così mica per niente. Adrien Rabiot e Federico Chiesa, oggi, appartengono alla categoria delle situazioni spinose. Tra i giocatori di peso nell’organico della Juventus, per cifra tecnica e per incidenza a bilancio, sono i due dal futuro più incerto. In scadenza rispettivamente tra una settimana e tra un anno, entrambi hanno ora smesso la maglietta bianconera per indossare quella della propria Nazionale a Euro 2024, obiettivo collettivo e, insieme, vetrina personale. Con la concreta prospettiva di scoprire prima la vincitrice della finale di Berlino che il loro destino nella stagione che verrà.

Rabiot: "Motta non è determinante per il mio futuro"

Rabiot, in tempi non sospetti, aveva in realtà assicurato di voler dare una direzione al proprio domani prima di partire con la Francia. E invece. "E invece c’è stato poco tempo per riflettere tra la fine della stagione con la Juventus e l’inizio dell’avventura con i Bleus – ha confidato ieri dal ritiro dei transalpini –. Ora voglio concentrarmi solo sull’Europeo e mettere in secondo piano il resto: quello che mi piacerebbe fare in futuro lo tengo per me, ma non sono preoccupato da questo aspetto". Anche perché nel frattempo, a Torino, è stata ufficializzata in qualità di tecnico una sua vecchia e gradita conoscenza.

"Thiago Motta è davvero un ottimo allenatore: ha fatto grandi cose da quando allena in Italia e lo conosco bene per aver condiviso con lui lo spogliatoio al Psg per tante stagioni – ha proseguito Rabiot, lungo il sottile filo dell’equilibrio –. Ma la sua nomina non sarà determinante per la mia scelta: lui ha la sua carriera e io la mia. Vedremo". Vedrà soprattutto Giuntoli, che però non ha intenzione di attendere all’infinito e sta già sondando piste alternative. La proposta a Madame Veronique, un prolungamento da due stagioni più una terza opzionale a circa 7,5 milioni a stagione (potendo beneficiare ancora delle agevolazioni del Decreto Crescita) è stata recapitata, in attesa di un responso che si è via via allontanato verso l’orizzonte.

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