La nuova Champions e la consapevolezza post-Lipsia
Le due vittorie con Psv e Lipsia hanno cambiato qualcosa nello spirito della squadra? "Soprattutto quella di Lipsia. Quello è lo standard da raggiungere. Abbiamo conquistato una consapevolezza che prima di quel giorno non avevamo raggiunto. Abbiamo capito che, quando siamo connessi tra di noi, si crea una sinergia e un’energia pazzesca. Vuoi che quel flusso diventi un’abitudine. Lavorando come stiamo facendo, anche conoscendo e interagendo il più possibile tra di noi dentro e fuori dal campo, possiamo alzare lo standard di rendimento. Dipende da noi. Gli attaccanti devono essere i primi difensori e viceversa. Quello che stiamo costruendo è uno stato mentale che ci porti a semplificare quello che facciamo in campo. Credo che stiamo costruendo qualcosa di nuovo, lo credo fermamente e il mister e lo staff ci stanno aiutando per semplificare questo processo".
Sul nuovo format Champions: "Quando ero piccolo sognavo di giocare questa competizione. È la massima competizione alla quale aspirare, se non ti stimolano queste partite non so cosa possa farlo. Mi accende il 'Mattia bambino' dentro di me che sognava di giocarla".
Qual è il segreto di una difesa così ermetica che in campionato ha concesso un solo gol? "C’è la partecipazione di tutti. Ed è una questione di atteggiamento e attitudine, quando ci sono 11 giocatori che si aiutano coralmente per non prendere gol, diventa uno stato mentale. In questo inizio di stagione lo stiamo facendo molto bene e dobbiamo continuare così. Mi sento molto protetto soprattutto dalla qualità dei miei compagni, ma di tutti e 23. Non siamo ancora al massimo e ci sono tantissimi margini di crescita".
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