Pagina 2 | Lipsia ammutolita, la Juve più forte di tutto: vince 3-2 una partita epica

Ammutoliti tutti, come il dito indice di Motta alla panchina Red Bull con Rose che si scusa. Zitti tutti, questa Juventus non ha dimenticato la forza e la grinta che fa parte del suo Dna, ma ha aggiunto la classe, le geometrie e la sapienza tattica di Thiago Motta. E quando hai gioco e carattere, ogni difficoltà può essere superata, ogni ostacolo scavalcato per scoprirsi alla fine della corsa grandi, a punteggio pieno in Champions League, a dire alle grandi d'Europa che la Juve c'è, la Juve è tornata, con il gioco e con il cuore. Fino alla fine.

Servono i problemi, servono per crescere, servono per capire la vera natura di sé stessi, quella di Vlahovic top player come e più di Sesko, che infila un'altra doppietta dopo le due in campionato, quella di Fagioli e di una regia da campione in una serata magica, di Conceicao e dei suoi dribbling pazzeschi, di Kalulu con una tigna da veterano bianconero. Quella di Thiago Motta, che vince come faceva un tempo Marcello Lippi, che fa ricordare a tutti i tifosi della Juventus cosa vuol dire avere una squadra in grado di crederci e ribaltare una partita in dieci. Se l'erano dimenticati in tanti.

Bremer, infortunio bruttissimo. Subito ko anche Nico Gonzalez

È subito evidente il pressing durissimo del Lipsia che però, se saltato, crea grandi spazi per la Juventus, e altrettanto cruciale appare il ruolo di Fagioli davanti alla difesa, con la tecnica necessaria per eludere la pressione e impostare il gioco. Ma è di altro che dopo pochi minuti bisogna parlare, perché arriva una doppia incredibile botta di sfortuna per Thiago Motta: Bremer va giù perdendo stranamente di forza un duello pericoloso - azione poi neutralizzata da Kalulu - e la sorpresa diventa subito dispiacere perché il difensore e capitano bianconero accusato un problema al ginocchio, dolorosissimo. Il brasiliano è costretto a uscire a spalla, si teme un brutto problema, Gatti si catapulta fuori dalla panchina e entra di corsa prendendosi anche la fascia. Non è finita però perché anche Nico Gonzalez ha un problema muscolare alla coscia destra, Conceicao passa da arma per l'ultima mezz'ora a partita praticamente da titolare.

Juve sotto per la prima volta, Sesko non perdona. Rigore su Vlahovic non dato

Centravanti pazzesco questo sloveno, non a caso ne aveva parlato Giuntoli nel prepartita e se ne parla da un paio d'anni come new thing del calcio europeo e mondiale: movenze da Lewandowski prime e falcata da fenicottero alla Ibra, un'occasione e un gol. Alla mezz'ora, su un'azione pericolosa della Juve - tiro di Fagioli e deviazione di Vlahovic - respinta dal portiere e ribaltata con due passaggi, l'ultimo di Openda proprio per Sesko che semina la diagonale di Cambiaso e di controbalzo scarica un sinistro di terrificante potenza, traversa e rete che si gonfia. Impressionante. Per la prima volta in stagione la Juventus è sotto. La chance per pareggiare potrebbe arrivare su rigore al 38', l'intervento scomposto di Lukeba su Vlahovic è evidente per tutti tranne che per arbitro e poi per il Var, si riparte con una rimessa dal fondo dopo un'entrata a martello sull'attaccante della Juventus che anticipa l'avversario e arriva prima sul pallone e del calcione.

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Doppietta Vlahovic tra pali, rossi e un rigore regalato al Lipsia

Henrichs per l'acciaccato Baumgartner unico cambio a inizio ripresa, che inizia con la base del palo baciata da Koopmeiners di destro su assist di McKennie. Thiago Motta incita, la Juve lo ascolta e Vlahovic infila una giocata da bomber di razza, taglio sul primo palo, Orban bruciato dalla mossa del serbo e puntata velenosa a infilare l'1-1 alle spalle di Gulacsi. Partita riaperta, Motta scatenato ma gli spazi si allargano e il Lipsia sa fare male: Openda prima pareggia il conto dei legni, poi si presenta in velocità davanti a Di Gregorio che in uscita fuori area commette la leggerezza di toccare la palla con la mano, il Var lo pizzica e Letexier tira fuori il rosso da regolamento. Dentro Perin, fuori Yildiz, dentro anche Douglas Luiz per Savona prima che Xavi Simons batta la punizione dell'espulsione e la scaraventi in faccia a Douglas Luiz, che si copre la faccia e viene punito in maniera imbarazzante dal Var che regala il rigore del 2-1 al Lipsia. McKennie terzino ma la mentalità resta, si gioca, si cerca, si combatte e Vlahovic tira fuori lo spirito del guerriero, in un sinistro di velluto, un arcobaleno che disegna il pareggio e che fa esultare Motta come un giocatore, mentre si porta il dito indice alla testa a ricordare che la testa è tutto.

Il segno di Motta, la giocata di Conceicao, l'assalto finale

Già il pari sarebbe epico, ma questa Juve vuole di più, non si ferma mai, ci crede in dieci e la partita se la prende, di forza, di tecnica, di cuore: Conceicao si inventa tutto solo una giocata da Messi, incredibile, saltando due avversari in area come birilli e infilando il piatto del 3-2 quando mancano quasi venti minuti al termine. Sì, anche se è l'82', perché il resto è un assalto senza fine del Lipsia, con salvataggi incredibili di Kalulu, Cambiaso e Gatti, parate di Perin, nove minuti di recupero che completano l'imbarazzante direzione di gara a senso unico ma che non cambiano nulla, la Juve è a punteggio pieno in Champions League oltre ogni difficoltà.

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Doppietta Vlahovic tra pali, rossi e un rigore regalato al Lipsia

Henrichs per l'acciaccato Baumgartner unico cambio a inizio ripresa, che inizia con la base del palo baciata da Koopmeiners di destro su assist di McKennie. Thiago Motta incita, la Juve lo ascolta e Vlahovic infila una giocata da bomber di razza, taglio sul primo palo, Orban bruciato dalla mossa del serbo e puntata velenosa a infilare l'1-1 alle spalle di Gulacsi. Partita riaperta, Motta scatenato ma gli spazi si allargano e il Lipsia sa fare male: Openda prima pareggia il conto dei legni, poi si presenta in velocità davanti a Di Gregorio che in uscita fuori area commette la leggerezza di toccare la palla con la mano, il Var lo pizzica e Letexier tira fuori il rosso da regolamento. Dentro Perin, fuori Yildiz, dentro anche Douglas Luiz per Savona prima che Xavi Simons batta la punizione dell'espulsione e la scaraventi in faccia a Douglas Luiz, che si copre la faccia e viene punito in maniera imbarazzante dal Var che regala il rigore del 2-1 al Lipsia. McKennie terzino ma la mentalità resta, si gioca, si cerca, si combatte e Vlahovic tira fuori lo spirito del guerriero, in un sinistro di velluto, un arcobaleno che disegna il pareggio e che fa esultare Motta come un giocatore, mentre si porta il dito indice alla testa a ricordare che la testa è tutto.

Il segno di Motta, la giocata di Conceicao, l'assalto finale

Già il pari sarebbe epico, ma questa Juve vuole di più, non si ferma mai, ci crede in dieci e la partita se la prende, di forza, di tecnica, di cuore: Conceicao si inventa tutto solo una giocata da Messi, incredibile, saltando due avversari in area come birilli e infilando il piatto del 3-2 quando mancano quasi venti minuti al termine. Sì, anche se è l'82', perché il resto è un assalto senza fine del Lipsia, con salvataggi incredibili di Kalulu, Cambiaso e Gatti, parate di Perin, nove minuti di recupero che completano l'imbarazzante direzione di gara a senso unico ma che non cambiano nulla, la Juve è a punteggio pieno in Champions League oltre ogni difficoltà.

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