Thiago Motta e la Juve che verrà
Determinanti, dunque, restano sempre gli interpreti. Motta, si dice, avrebbe già discusso con Giuntoli dell’attuale rosa bianconera ponendo alcuni punti fermi. Il primo è Vlahovic, che lui è convinto di rendere più complementare al gioco (Il punto di riferimento, Luis Suarez al Barcellona, capace di fare riferimento ma pure di muoversi e aprire spazi. Oltre che di segnare assai, chiaro). Aspetto, questo, che rende meno calda la pista Zirkzee perché magari converrà concentrarsi su altri profili, come un centrocampista come Koopmeiners o Samardzic, anche se le referenze di Motta sono ottime sia su Locatelli sia, soprattutto, sul suo ex compagno al Psg, Rabiot con il quale, non a caso, Giuntoli sta accelerando per trovare un accordo.
Motta, infine, è convinto che si sia ormai alzata l’alba di una nuova stagione calcistica che vedrà come protagonisti in panchina gli ex calciatori di alto livello. Da Xabi Alonso a De Rossi, da Luis Enrique a Xavi allo stesso Thiago Motta è tutta gente che sta prendendo il posto della vecchia generazione e che, in un modo o nell’altro, ha frequentato o sfiorato la stessa scuola: quella del Barcellona. Ah: quando gli hanno spiegato che alla Juve conta vincere, lui ha sorriso e ha risposto così: "Dappertutto conta solo quello: magari cambia come ci arrivi, ma conta solo vincere".
"Thiago Motta e il calcio del futuro alla Juve: può essere pericoloso però..."