Sabatini su Kean e Rabiot
Fosse stato un dirigente della Juventus, lo avrebbe tenuto?
"Il ragazzo doveva andare a giocare. Faccio un esempio: Dani Olmo. Quando è andato alla Dinamo Zagabria tanti avevano perplessità: io stesso ero a dir poco meravigliato. Poi ho capito che era una scelta giusta: ha giocato in Champions, da titolare in tutte le partite e si è trasformato come uomo e giocatore, acquisendo conoscenze e bagaglio tecnico. Anche Soulé poteva rimanere, ma ha preso una decisione per il suo futuro dopo l’esperienza a Frosinone: ora dovrà alzare il livello, perché Roma ti schiaccia se non sei all’altezza. Ma lui lo sarà, perché ha le stimmate del campione".
Rimanendo a Roma, considerare la Lazio una outsider ai massimi livelli è corretto?
"L’ho già detto, la Lazio ha fatto scelte giuste. Fabiani ha lavorato veramente bene: ha preso giocatori di livello, Noslin, Nuno Tavares che è una scheggia incontrollabile, ha fatto tante belle cose, ha preso Dia che sarà un giocatore da 16 gol almeno, ha preso Tchaouna che è un ottimo giocatore sul quale potrà lavorare Baroni che è un tecnico che stimo. A me piace chi arriva dalla gavetta: lo definisco un metalmeccanico del calcio inteso assolutamente come un complimento, perché io ho il massimo rispetto per il lavoro manuale. Ricordo quando Pierino Prati, che è stato mio compagno per un anno a Roma e per me è stato un onore, sentiva alla 5 di mattina gli operai che andavano a lavorare alla Breda: si girava sul letto e diceva “che culo che gioco a calcio...”. Quindi massimo rispetto per chi lavora e rivedo in Baroni quella mentalità, quello spirito di sacrificio. Guardo la Lazio con ottimismo".
Kean a Firenze può tornare protagonista anche in chiave Nazionale?
"Ma certo. Però non è che può tornare: deve diventare, perché non si è ancora realizzato. Kean ha il motore del giocatore importante, ma ha bisogno del campo, di giocare. E la Fiorentina gli darà questa possibilità".
Possibile che un giocatore come Rabiot sia ancora a spasso da svincolato?
"La risposta la dà la Juventus, che ha dirottato gli investimenti altrove e il campo le sta dando ragione. Parliamo di un calciatore che a me piace molto: lo volevo portare a Roma. Era fatta, quando era a fine contratto con il Psg, poi ho avuto un litigio con la mamma e la cosa saltò. Certo, se un giocatore come lui non trova squadra significa che qualcosa nel calciomercato sta cambiando: sono situazioni estreme poco prevedibili. Sono segnali di cambiamento nella mentalità dei dirigenti e forse anche dei tifosi".