A ormai 22 anni, Karim Adeyemi è atteso al grande salto di qualità della sua carriera. Per anni è stato definito uno dei grandi talenti che doveva segnare il prossimo decennio del calcio tedesco, ma mentre Musiala e Wirtz deliziavano il loro pubblico a Euro 2024, il nativo della Baviera era in vacanza, non convocato per scelta tecnica da Julian Nagelsmann. Un passo indietro netto, che non è stato nemmeno compensato dal raggiungimento della finale di Champions League con il Borussia Dortmund. Ambiente in cui, in due anni, è riuscito a mostrare quel grande potenziale solo a sprazzi. Ma quel potenziale è grande, grandissimo, e non sembra un caso che la Juventus voglia puntarci. Lo si sa sin dalla giovanissima età, quando il piccolo Karim ne combinava tante, tantissime.
Adeyemi, il ‘bimbo’ capriccioso
La sua carriera sin dalle giovanili non si può dire sia stata tranquilla. Quando aveva poco più di 10 anni e giocava nel Forstenried, squadra del quartiere, è stato captato dagli scout del Bayern Monaco, che lo hanno portato nel Campus. Dove però è durato davvero poco: qualche comportamento poco gradito ai piani alti ha fatto propendere il club per una separazione decisamente prematura. “Non si è comportato bene, ha fatto alcune cose sbagliate”, aveva tuonato Hermann Gerland, storico tecnico nel settore giovanile bavarese e santone del calcio tedesco. “Ho provato a riportarlo, dicendo che ci avrei pensato io a risolvere i problemi”. Non è bastato.