Juventus, Allegri, la speranza e l’effetto Guardiola

Le notizie su un addio di Max ai bianconeri finora sono infondate. Eppure c’è una larga parte dei tifosi che ci spera. Partire male sarà un rischio altissimo per la Juve

Dicesi “Effetto Guardiola” quel tipo di agitazione mediatica che si genera intorno a una notizia perché milioni di tifosi iniziano a sperarci, eccitandosi. Anche se la notizia è falsa o ha una risibile possibilità di essere vera. L’effetto viene, ovviamente, amplificato dai social network, dove rotola a valle ingigantendosi come una valanga. E, a quel punto, nulla può fermarla, men che meno la verità.

Nel 2019, quando la Juventus aveva già raggiunto un accordo con Maurizio Sarri, per settimane la voce dell’imminente sbarco a Torino di Guardiola aveva fomentato una larga parte del tifo juventino, giustamente eccitato più da Pep che da Mau. Ma la notizia si era poi dimostrata falsa (e nel codice linguistico dirigenti-giornalisti si è addirittura trasformata in sinonimo di bufala, tipo: «Lascia stare, è come Guardiola»). In questi giorni le offerte saudite per Allegri stanno innescando lo stesso effetto: una frangia consistente di tifosi juventini ci spera e alimenta il circolo vizioso del clic sulla notizia, che poi diventa virale, che poi rimbalza in un altro Paese e che poi torna indietro, facendo credere di essere una conferma e non la stessa identica notizia specchiatasi solo in un’altra lingua. E da lì riparte la giostra. Occhio, prima o poi ci si casca tutti; quindi nessun moralismo qui, nessuna lezione di giornalismo, ma solo un paio di riflessioni.

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La speranza e l'effetto Guardiola

In questo caso, la notizia delle fantaofferte saudite potrebbe non essere tecnicamente falsa, ma solo un po’ esagerata. Non risulta, per esempio, che Allegri abbia ricevuto una proposta circostanziata. Poi, certo, il fatto che qualche presidente arabo ci stia pensando ci può stare, per quanto assicurino che Max non sarebbe interessato a quel tipo di avventura professionale. Ma raccontare quanto “potrebbe” succedere senza che ce ne sia almeno una premessa fa sconfi nare il giornalismo nella cartomanzia, anche perché le variabili - soprattutto nel mercato del calcio - sono talmente tante che non le potrebbe calcolare nemmeno un algoritmo dell’intelligenza artificiale.

Piuttosto, ci si dovrebbe interrogare sul perché moltissimi tifosi della Juventus sperino in quella notizia, alimentando il famigerato effetto Guardiola. Il livello di impopolarità di Allegri presso il popolo bianconero ha, infatti, superato i livelli di guardia nel corso dell’ultima stagione. La nuova dirigenza ha deciso di continuare con lui, motivata da una serie di ragioni, economiche, tecniche, emotive. Solo il campo dirà se sia la scelta giusta o meno; di certo bisogna esserne solidamente convinti e pronti a difenderla, perché è una scelta che andrà protetta da vere e proprie tempeste qualora l’inizio della stagione non dovesse essere convincente. E il boomerang dell’effetto Guardiola potrebbe colpire duramente. Per ironia della sorte Allegri, che ama le scommesse (non quelle sul calcio, specifichiamo per i malpensanti), è diventato lui stesso un’enorme scommessa: di quelle che se vinci godi parecchio, se perdi rischi di farti male.

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Dicesi “Effetto Guardiola” quel tipo di agitazione mediatica che si genera intorno a una notizia perché milioni di tifosi iniziano a sperarci, eccitandosi. Anche se la notizia è falsa o ha una risibile possibilità di essere vera. L’effetto viene, ovviamente, amplificato dai social network, dove rotola a valle ingigantendosi come una valanga. E, a quel punto, nulla può fermarla, men che meno la verità.

Nel 2019, quando la Juventus aveva già raggiunto un accordo con Maurizio Sarri, per settimane la voce dell’imminente sbarco a Torino di Guardiola aveva fomentato una larga parte del tifo juventino, giustamente eccitato più da Pep che da Mau. Ma la notizia si era poi dimostrata falsa (e nel codice linguistico dirigenti-giornalisti si è addirittura trasformata in sinonimo di bufala, tipo: «Lascia stare, è come Guardiola»). In questi giorni le offerte saudite per Allegri stanno innescando lo stesso effetto: una frangia consistente di tifosi juventini ci spera e alimenta il circolo vizioso del clic sulla notizia, che poi diventa virale, che poi rimbalza in un altro Paese e che poi torna indietro, facendo credere di essere una conferma e non la stessa identica notizia specchiatasi solo in un’altra lingua. E da lì riparte la giostra. Occhio, prima o poi ci si casca tutti; quindi nessun moralismo qui, nessuna lezione di giornalismo, ma solo un paio di riflessioni.

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