MILANO - Un colpo che sta vivendo un momento di flessione o un flop? La domanda che tutti si fanno su Lucas Paquetà, se la sta ponendo anche il Milan da mesi. Anzi, il club rossonero, già nelle vesti di Boban e Maldini, a gennaio aveva valutato di dare via il 22enne brasiliano arrivato dodici mesi prima per la cifra non banale di 37,9 milioni. Paquetà nel gennaio 2019 era stato indubbiamente uno dei più grandi colpi non solo del mercato italiano, ma di quello europeo, con Leonardo - allora direttore dell’area tecnica rossonera - bravo a sfruttare i suoi canali personali per anticipare la concorrenza di tutto il vecchio continente e strappare il ragazzo al Flamengo. Dopo un anno tutto è cambiato.
I primi mesi di Paquetà in Italia erano stati positivi, con Gattuso che aveva deciso di puntare su di lui, ma a inizio aprile era iniziato il calo, complice un infortunio alla caviglia. Una volta rientrato il brasiliano non era più stato il giocatore brillante di inizio 2020 e il 6 maggio aveva rimediato un’espulsione col Bologna con susseguente stop di 3 giornate che aveva posto anticipatamente fine al suo primo campionato. Il rombo di Giampaolo doveva essere il suo trampolino di lancio, invece Paquetà in questa stagione si è via via perso nonostante abbia continuato a ricoprire un ruolo importante nella Seleçao di Tite, mettendo insieme ben 5 presenze sulle 6 gare disputate dal Brasile fra settembre e novembre, segnando anche un gol nell’ultima gara dei verdeoro, vinta 3-0 contro la Corea del Sud il 19 novembre, quando aveva indossato la maglia numero 10. Forse l’ultima gioia di un giocatore che proprio dal rientro da quella sosta per le nazionali ha cominciato a giocare poco, con sole due presenze da titolare, il 23 novembre col Napoli e il 17 febbraio col Torino, quando Pioli lo aveva schierato al posto di Calhanoglu infortunatosi nella rifinitura.