Il Manchester City, dopo aver salutato il direttore sportivo Txiki Begiristain - nonché un fedelissimo collaboratore di Guardiola fin dai tempi del Barcellona - potrebbe dire addio anche a Pep. Il tecnico, sulla panchina dei Citizens da ormai nove stagioni, è finito al centro di un vortice mediatico che sembrerebbe allontanarlo sempre più dalla permanenza al Manchester City. Nel futuro di Pep potrebbe infatti esserci una nazionale, con il tecnico che non ha mai nascosto la sua volontà di allenarne una prima o poi. Negli ultimi giorni il suo nome è stato accostato con insistenza alla panchina dell'Inghilterra, ma alla fine per sostituire Southgate è stato scelto il tedesco Thomas Tuchel, con la tifoseria che non sembrerebbe aver apprezzato particolarmente la scelta della dirigenza inglese.
Guardiola prende le difese di Tuchel: cos'è successo
A seguito dell'ufficialità del tecnico tedesco ex Chelsea e Bayern sulla panchina dei Tre Leoni, le voci di un possibile approdo di Guardiola sulla panchina dell'Inghiliterra si sono ovviamente dissipate. Il tecnico del City ne ha dunque approfittato per parlare ai media a proposito del nuovo incarico di Tuchel: "Tuchel è stato scelto, quindi 'congratulazioni'. E' un ottimo lavoro e, dopo nove anni qui, non posso che augurare il meglio all'Inghilterra. Io sono l'allenatore del City, e Tuchel è già stato confermato, il resto non conta. C'è una cosa su cui nessuno può fare nulla ed è scegliere il luogo in cui si nasce. Non ho deciso io di essere catalano, nessuno ha deciso di essere inglese. Capisco che la gente preferisca un allenatore inglese, ma se la Nazionale farà male con un allenatore inglese verrà criticata duramente". Ha poi difeso a spada tratta Tuchel da quelli che sono i malumori fuoriusciti a seguito della scelta di un allenatore straniero per la panchina inglese: "La federazione ha optato per un allenatore straniero con un buon track record, riconosciuto e talentuoso. Gli auguro il meglio. Merita di essere sostenuto perché cercherà di fare del suo meglio. Se vince riceverà elogi e se perde sarà criticato, indipendentemente dalla sua nazionalità. Al giorno d'oggi ci sono persone che credono di essere migliori per il posto in cui sono nate, basti guardare alla Russia, all'Ucraina, a Israele e a Gaza".