"Sarebbe una catastrofe". Questo concetto, uscito dalla bocca di tanti tifosi dell'Olympique Lione nell'ultima settimana, non riflette assolutamente un esagerato sentimento da tifosi con i paraocchi. Bensì una tragica ipotesi che potrebbe verificarsi nella regione del Rodano, dove da sempre nel calcio ai borghesi del capoluogo si oppongono gli operai del Saint-Etienne, attualmente in Ligue 2. È come se in Paradiso qualcuno stesso sentendo salire prepotente il fuoco dell'inferno. L'inferno delle fucine il cui fumo invade i salotti buoni.
Rivali da sempre
In contrasto fin dal Medioevo, quando al conte di Forez si opponeva l'arcivescovo di Lione, le due località hanno sviluppato un'avversione viscerale che si è poi ovviamente trasferita sul campo da gioco, dove aumenta il voltaggio di qualsiasi sensazione. Tuttavia, la creazione dell'antologia da 'derby', per molti l'unico vero e proprio di tutta la Francia, visti i 62 km di distanza tra le due città, ha avuto la sua genesi nel dopoguerra, quando i Verts hanno vinto dieci titoli dal 1957 al 1981, forgiando la loro leggenda. Una leggenda eclissata solo nel maggio scorso dai petrodollari del Paris Saint Germain, che oggi è la società con più titoli di Francia (11 contro i 10 del Sainté).
Negli anni '90, invece, le scelte azzeccate di Jean-Michel Aulas, storico ormai ex presidente dei Gones, hanno provocato il cambio storico. Il tutto mentre i Verts iniziavano già da tempo un certo declino. I sette titoli di seguito vinti dal Lione negli anni 2000 non solo hanno operato uno stravolgimento del paradigma a livello nazionale e regionale, ma anche esacerbato la rivalità tra le due realtà. Una realtà che mai come in quegli anni ha visto riflessa l'atavica differenza culturale tra le due località. Saint-Etienne, infatti, spicca per la sua storica indole operaia, viste le tante fabbriche presenti in zona, mentre Lione è sempre stata l'unica vera città che ha provato a rivaleggiare con Parigi in Francia, puntando così sull'esplosione di un'anima borghese.