In Francia, la passione per l'ippica non è così sviluppata come in Italia. E Francesco Farioli non è certo un accolito del calcio sparagnino di Massimiliano Allegri, uno che punta più alla vittoria e meno alla prestazione. Eppure l'allenatore toscano del Nizza, rivelazione del momento in Ligue 1 in quanto unica squadra non ancora battuta, si è affezionato a una statistica che molto lo associa al suo conterrano, ossia quella delle vittorie per 1-0, trasponendo in tutto e per tutto il concetto di 'corto muso' sdoganato proprio dall'allenatore juventino per indicare i trionfi con una minima differenza.
Cerniera
La miglior difesa di Francia è anche la miglior retroguardia d'Europa. Merito senza dubbio dei giocatori che la compongono, su tutti i centrali Dante e Todibo, che uniscono esperienza e reattività, senza dimenticare il portiere Bulka, uno dei pretoriani di Farioli. Tuttavia, è il sistema a fare la differenza. Perché nell'occupazione costante degli spazi di dezerbiana concezione, la difesa non è certamente presa sotto gamba. Anzi, risulta fondamentale nell'orchestrare tutto il gioco. Del resto, se si è preso gol in appena tre partite su 10, e mai nelle ultime cinque, un motivo ci sarà. E pensare che nelle recenti uscite i rossoneri di Francia non hanno potuto neanche contare su un elemento di spicco come Youcef Atal, messo temporaneamente fuori rosa per questioni extra sportive.
Il bel gioco di Farioli, dunque, ha come origine di tutto la perfetta disposizione difensiva, dove la cerniera eretta da Dante e Todibo, con Bulka come estremo baluardo pronto ad aprire le sue enormi braccia, viene resa ancora più solida dal costante galleggiamento dei centrocampisti, i quali tengono corta la squadra e consentono non solo di disporre di più linee di passaggio nella costruzione ma anche di realizzarne varie per schermare gli attacchi avversari in fase di distruzione.