Pagina 1 | "Tuchel? Stiamo danneggiando noi stessi": Inghilterra uber alles

Ora è ufficiale: l’Inghilterra ripartirà da Thomas Tuchel. A tre mesi dalla fine dell’era Southgate la Football Association, che nelle ultime settimane era finita nel mirino di critica e tifosi con l’accusa di immobilismo per non aver ancora deciso a chi affidare la guida della nazionale, alla fine ha puntato tutto sul cinquantunenne tecnico di Krumbach. Un contratto di un anno e mezzo con partenza dal prossimo 1° gennaio è quello richiesto e ottenuto dall’ex allenatore di Chelsea e Bayern Monaco. Una durata non casuale, che punta per ora solamente al Mondiale che si terrà nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti, e che è poi il vero grande obiettivo condiviso da tecnico e Federazione, come lo stesso Tuchel ha ammesso parlando per la prima volta da ct in pectore dei Tre Leoni: «Sono molto emozionato e onorato e farò di tutto per garantire la qualificazione ai Mondiali come prima cosa, per poi cercare di ottenere una seconda stella da mettere sulla nostra maglia».

Tuchel, la scelta Inghilterra

Una decisone, quella di affidare a Tuchel (e al suo secondo Anthony Barry) la guida dei Tre Leoni, che non è arrivata come una vera e propria sorpresa, visto che negli ultimi giorni era apparso ormai chiaro che senza un sì di Guardiola la Federazione avesse puntato dritto sul tedesco, ma che ha comunque sollevato non poche polemiche oltremanica. Tanto che il Daily Mail, che in tema di polemiche quasi mai è secondo a qualcuno, ieri mattina titolava con un eloquente “A dark day for England”, ossia “Un giorno buio per l’Inghilterra”, sottolineando che l’aver affidato la guida di uno dei più grandi orgogli nazionali a un signore proveniente dalla Germania rappresenta uno smacco per la l’Inghilterra tutta, la stessa che si è sempre vantata di aver inventato il “Beautiful Game”.

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Tuchel tra le polemiche

Polemiche sterili, anacronistiche, figlie di un orgoglio che è ormai solo di facciata, e che vanno a rispolverare rivalità incise nella storia dell’Europa e mai del tutto sopite, ma che, oltre a trascendere i confini del calcio, appartengono a un mondo che non esiste più. Daily Mail a parte, però, le critiche alla FA per aver deciso di affidare al terzo tecnico straniero della sua storia, (i primi due erano stati Sven-Göran Eriksson e Fabio Capello), la guida della nazionale inglese sono arrivate anche da ex giocatori, ora popolari commentatori televisivi, come Gary Neville e Jamie Carragher. Anche qui, però, a parlare è più l’orgoglio che la realtà dei fatti. Infatti, secondo Neville la scelta di affidarsi a Tuchel penalizza ancora una volta la scuola inglese degli allenatori (quale, verrebbe da chiedere). «Penso che stiamo danneggiando noi stessi se accettiamo che Thomas Tuchel sia migliore di qualsiasi altro allenatore inglese», ha detto l’ex Man United, aggiungendo anche che: «Siamo in una fase di stallo quando si tratta di allenatori inglesi. Gli allenatori inglesi sono una delle categorie meno rispettate in Europa».

Le parole di Carragher

A Neville ha poi fatto eco Carragher. Per l’ex difensore del Liverpool «non è giusto che un’Inghilterra che è così vicina a vincere un torneo importante abbia un allenatore straniero». «Questo non vale solo per l’Inghilterra – ha sottolineato l’ex Liverpool - ma anche per Germania, Francia e Italia. L’Inghilterra ha un grande allenatore, ma io penso che dovrebbe essere inglese». Polemiche che, inevitabilmente, hanno varcato le porte di Wembley, dove Tuchel è stato presentato alla stampa, e alle quali il nuovo ct dei Tre Leoni ha risposto con stile: «Penso che ognuno abbia la propria opinione e posso capire anche quella di chi preferirebbe un allenatore inglese per la squadra inglese. Mi dispiace, ma io ho solo un passaporto tedesco. Tutti però conoscono la mia passione per la Premier League e quanto mi piacesse lavorare qui». E poi una promessa: «Dimostrare a tutti quanto amo essere l’allenatore dell’Inghilterra, che è l’obiettivo più grande per un allenatore di calcio».

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Ora è ufficiale: l’Inghilterra ripartirà da Thomas Tuchel. A tre mesi dalla fine dell’era Southgate la Football Association, che nelle ultime settimane era finita nel mirino di critica e tifosi con l’accusa di immobilismo per non aver ancora deciso a chi affidare la guida della nazionale, alla fine ha puntato tutto sul cinquantunenne tecnico di Krumbach. Un contratto di un anno e mezzo con partenza dal prossimo 1° gennaio è quello richiesto e ottenuto dall’ex allenatore di Chelsea e Bayern Monaco. Una durata non casuale, che punta per ora solamente al Mondiale che si terrà nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti, e che è poi il vero grande obiettivo condiviso da tecnico e Federazione, come lo stesso Tuchel ha ammesso parlando per la prima volta da ct in pectore dei Tre Leoni: «Sono molto emozionato e onorato e farò di tutto per garantire la qualificazione ai Mondiali come prima cosa, per poi cercare di ottenere una seconda stella da mettere sulla nostra maglia».

Tuchel, la scelta Inghilterra

Una decisone, quella di affidare a Tuchel (e al suo secondo Anthony Barry) la guida dei Tre Leoni, che non è arrivata come una vera e propria sorpresa, visto che negli ultimi giorni era apparso ormai chiaro che senza un sì di Guardiola la Federazione avesse puntato dritto sul tedesco, ma che ha comunque sollevato non poche polemiche oltremanica. Tanto che il Daily Mail, che in tema di polemiche quasi mai è secondo a qualcuno, ieri mattina titolava con un eloquente “A dark day for England”, ossia “Un giorno buio per l’Inghilterra”, sottolineando che l’aver affidato la guida di uno dei più grandi orgogli nazionali a un signore proveniente dalla Germania rappresenta uno smacco per la l’Inghilterra tutta, la stessa che si è sempre vantata di aver inventato il “Beautiful Game”.

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