Pafundi, il talento che può far volare l’Italia di Corradi agli Europei U19

È entrato a partita in corso con l’Ucraina: la sconfitta indolore ha evidenziato che servono sempre le sue giocate
Pafundi, il talento che può far volare l’Italia di Corradi agli Europei U19© EPA

Cosa resterà della sconfitta patita dall’Italia Under 19 contro l’Ucraina subito prima di lanciarsi nella semifinale? Nulla, si spera. Se non una considerazione che sta lì un po’ sospesa come un aquilone in attesa della folata di vento giusta. Quanto sono mancate le giocate di Simone Pafundi agli azzurrini. Tanto. Il talentino di proprietà dell’Udinese, in realtà, è pure entrato al 24’ della ripresa. Momento poco propizio: di lì a qualche minuto gli azzurrini si sarebbero ritrovati in inferiorità numerica, sotto con il risultato e anche con meno energie degli avversari ucraini. Ai quali, tra l’entusiasmo di essere in vantaggio e la fame per dover centrare a tutti i costi una vittoria per passare il turno, negli ultimi minuti di gara è riuscito praticamente tutto. Pafundi non ha lasciato il segno e non è riuscito a invertire l’andamento del match con una giocata delle sue. L’impressione, però, è che l’uomo in più nella prossima gara dovrà essere proprio lui.

La parabola magica

Passo indietro: nelle dichiarazioni rilasciate appena dopo la qualificazione dell’Italia ai prossimi Mondiali Under 20, il coordinatore delle Nazionali giovanili, Maurizio Viscidi, sottolineava l’importanza di vincere i duelli, di avere giocatori che facciano la differenza. Ecco, l’Italia Under 19 domenica ha fatto una grande prova a livello di squadra, pur con qualche svarione di troppo dei singoli là dietro. È mancato, però, un giocatore come Pafundi che davanti saltasse sempre gli avversari creando scompiglio nella difesa ucraina. Dire che il ragazzo dell’Udinese è il nostro Lamine forse è un po’ troppo, ma in definitiva è il giocatore che più fa la differenza con le sue giocate, per sé o per i compagni, nella squadra. Quando non c’è fanno tutti un po’ più fatica, nonostante all’Italia non manchino le soluzioni per compensare. Avere una punta con le caratteristiche del calciatore reduce dall’esperienza con il Losanna è però tutta un’altra cosa. Non è un caso se l’Europeo azzurro è stato spesso e volentieri influenzato dalle sue giocate. Nella prima gara ha partecipato al gol del vantaggio di Di Maggio, oltre a prendere un palo con una conclusione da fuori che avrebbe meritato miglior fortuna. Nella seconda gara ha fatto il suo ed è stato bravo a dialogare spesso e volentieri con Camarda.

In cerca del gol

A voler trovare un pelo nell’uovo, quello che gli manca è proprio la ciliegina sulla torta, un gol. Magari da punizione. Ne ha tirate tante - praticamente, quando è in campo è d’obbligo passargli il pallone appena si può sfruttare una punizione da mattonella a lui congeniale -, ma senza riuscire a trovare la parabola giusta. L’aria della semifinale, però, potrebbe fargli tornare alla mente la ricetta giusta per colpire da calcio da fermo. Poco più di un annetto fa, al Mondiale Under 20, Pafundi mise la sua firma indelebile sulla semifinale con una punizione da capogiro. Una parabola perfetta, alla Messi, per indicare il cammino verso la finale. Ecco, la semifinale di giovedì potrebbe essere ancora la sua gara (sperando poi che un’eventuale finale finisca con un risultato diverso rispetto a quella del Mondiale dell’anno passato, che ha visto l’Italia sconfitta dall’Uruguay), quella in cui magari riuscirà a sbloccarsi anche dal punto di vista realizzativo. O quantomeno quella in cui tornerà a illuminare l’Italia con le sue giocate. Sono mancate, e tanto, all’ultima uscita, ma siccome questa Italia dipende pure un po’ dal suo estro, per sbarcare in finale non ne potremo fare a meno.

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