L'ipocrisia che circonda il nostro calcio ci costringe a nuovi aggiornamenti pressochè quotidiani e così dobbiamo registrare l'ostentato e giustificato entusiasmo nerazzurro per la nomina a presidente di Marotta, finalmente riconosciuto come fantastico e lindo dirigente ma in un passato da dimenticare già burattinaio del campionato, losco individuo che celebrava gli scudetti bianconeri contando tutti quelli vinti e stravinti sul campo, turpe dirigente che convinceva le rivali a scansarsi e gli arbitri ad aiutarci, amico di gente poco raccomandabile nella curva Juve più un'altra dozzina di idiozie varie pronunciate proprio da alcuni ultrà col tesserino e da tanti tifosi nerazzurri in quegli anni trascorsi a dirigere i cattivi.
Manna, Conte e una verità da rivelare
Ora, però, c'è una questione più complicata e serve qualcuno che provi a immolarsi per risolvere una situazione che potrebbe diventare sgradevole. Con tutta la delicatezza possibile, è il momento di provare ad avvisare De Laurentiis di un aspetto inquietante del passato di Giovanni Manna e di Antonio Conte. Lo farò con cautela, rivelandogli interamente la verità solo alla fine di queste righe. Sia chiaro: qualunque tifoseria è legittimata a cominciare ad apprezzare giocatori, allenatori e dirigenti solamente quando entrano a far parte della squadra supportata, dopo avere perfino imprecato contro di loro nelle sfide fin lì disputate. L’interista sostiene Calhanoglu solamente una volta arrivato in nerazzurro, il milanista fa lo stesso con Pirlo e Seedorf, lo juventino impazzisce per Cannavaro dopo avere dovuto sacrificare a malincuore Carini.