Trajkovski e l'Italia: "Quel gol lo conservo ancora nel telefonino"

L’attaccante della Macedonia del Nord nel 2022 ha firmato la rete costata i Mondiali agli azzurri
Trajkovski e l'Italia: "Quel gol lo conservo ancora nel telefonino"© www.imagephotoagency.it

«Il gol all’Italia segnato un anno e mezzo fa è stato il più importante della mia carriera. Quella vittoria resta una pagina storica per il nostro Paese, ma adesso vogliamo riprovarci. Sappiamo che l’Italia è molto forte, ma la Macedonia del Nord non vuole smettere di stupire». Parola di Aleksandar Trajkovski, stella e cannoniere della formazione che un anno e mezzo fa costrinse gli italiani a vivere il secondo Mondiale di fila dal divano. La sua rete al Renzo Barbera il 24 marzo 2022 ha rappresentato uno dei momenti più bui del nostro calcio. Tra 48 ore toccherà ancora a lui testare la nuova Italia targata Spalletti.

Con che stato d’animo arrivate alla gara di sabato?
«Stiamo benissimo e abbiamo grande entusiasmo. Intorno a noi c’è tanta positività. Cercheremo di fare un’altra impresa. E poi per me le partite contro l’Italia sono sempre speciali…».

Nelle ultime due ha sempre segnato: nel 2017 a Buffon (Italia-Macedonia 1-1 a Torino) e nel 2022 a Donnarumma (Italia-Macedonia 0-1 a Palermo). Quando vede gli azzurri, si scatena…
«Come dite voi in Italia: non c’è due senza tre (ride, ndr)».

Sarebbe un bel regalo di compleanno in ritardo.
«Martedì ho compiuto 31 anni e mi piacerebbe festeggiare con un gol, ma metterei la firma per fare punti contro di voi. Se segna un mio compagno e facciamo risultato, sono felice uguale».

Torniamo un attimo al 24 marzo 2022: il primo ricordo che le viene in mente?
«Ero stremato e fossimo andati ai supplementari forse il mister mi avrebbe cambiato. Così ho provato il tiro dalla distanza e ho segnato. Io quel tipo di conclusione da lontano so di averla nel mio repertorio ed è andata nel migliore dei modi. Vincere con un gol all’ultimo minuto, sembrava un film».

Invece era realtà. Da quel giorno lei è diventato l’eroe nazionale del popolo macedone.
«Per noi è stata una vittoria assolutamente incredibile, una di quelle leggendarie che verranno raccontate di generazione in generazione. Quel 24 marzo per il nostro popolo è una data storica, scolpita nei cuori di tutti. In pochi credevano potessimo battere l’Italia, ma ci siamo riusciti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno dei vostri punti di forza è il portiere Dimitrievski che gioca nel Rayo Vallecano. Cosa ha pensato l’altro giorno quando si è presentato indossando la maglia di Buffon?
«Siamo scoppiati tutti a ridere in ritiro. Doveva proprio metterla quando affrontiamo l’Italia? Scherzi a parte, Gigi è il suo idolo e ha voluto omaggiarlo così. Ho letto un sacco di commenti sul profilo Instagram di Tuttosport. Non pensavo che questa cosa facesse così clamore anche in Italia…».

A proposito di ex Juve: nella sfida del 2017 a Torino scambiò la maglia con Chiellini.
«Che duelli in campo! Un orgoglio per me fare gol quel giorno con lui in difesa e Buffon in porta. Giorgio è un grandissimo difensore e un ragazzo molto intelligente. Già allora ci fece i complimenti e mi disse che saremmo potuti arrivare lontano. Ci aveva visto lungo su di noi».

Uno sguardo alla Serie A: chi vince lo scudetto?
«Il mio idolo era Shevchenko, perciò dico Milan. Le più forti restano Inter, Milan e Napoli, ma occhio alla Juve che sta tornando in alto e non ha le coppe».

Lei due anni fa era stato tra i primi calciatori europei a sbarcare in Arabia. Si aspetta questo boom da parte della Saudi Pro League?
«Confesso di sì. Il loro progetto era quello fin dall’inizio e adesso lo stanno realizzando. Andranno avanti così finché non diventeranno uno dei campionati più importanti al mondo. Io ho giocato contro Cristiano Ronaldo: il suo arrivo l’anno scorso ha dato la svolta. Avevo pure fatto gol quel giorno, ma me l’hanno annullato per un centimetro…».

Adesso è svincolato: le piacerebbe tornare in Italia?
«Assolutamente sì. In estate c’erano stati dei contatti con un paio di club, ma non siamo arrivati all’accordo. Ora comunque sono totalmente focalizzato sulle sfide contro Italia e Malta. Voglio portare in alto la mia Nazionale e avvicinarmi al record di Pandev. Mi mancano 14 gol per diventare il miglior marcatore nella storia della Macedonia del Nord. Voglio riuscirci in un paio d’anni”. L’Italia è avvisata: meglio non prenderlo sottogamba stavolta…».

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«Il gol all’Italia segnato un anno e mezzo fa è stato il più importante della mia carriera. Quella vittoria resta una pagina storica per il nostro Paese, ma adesso vogliamo riprovarci. Sappiamo che l’Italia è molto forte, ma la Macedonia del Nord non vuole smettere di stupire». Parola di Aleksandar Trajkovski, stella e cannoniere della formazione che un anno e mezzo fa costrinse gli italiani a vivere il secondo Mondiale di fila dal divano. La sua rete al Renzo Barbera il 24 marzo 2022 ha rappresentato uno dei momenti più bui del nostro calcio. Tra 48 ore toccherà ancora a lui testare la nuova Italia targata Spalletti.

Con che stato d’animo arrivate alla gara di sabato?
«Stiamo benissimo e abbiamo grande entusiasmo. Intorno a noi c’è tanta positività. Cercheremo di fare un’altra impresa. E poi per me le partite contro l’Italia sono sempre speciali…».

Nelle ultime due ha sempre segnato: nel 2017 a Buffon (Italia-Macedonia 1-1 a Torino) e nel 2022 a Donnarumma (Italia-Macedonia 0-1 a Palermo). Quando vede gli azzurri, si scatena…
«Come dite voi in Italia: non c’è due senza tre (ride, ndr)».

Sarebbe un bel regalo di compleanno in ritardo.
«Martedì ho compiuto 31 anni e mi piacerebbe festeggiare con un gol, ma metterei la firma per fare punti contro di voi. Se segna un mio compagno e facciamo risultato, sono felice uguale».

Torniamo un attimo al 24 marzo 2022: il primo ricordo che le viene in mente?
«Ero stremato e fossimo andati ai supplementari forse il mister mi avrebbe cambiato. Così ho provato il tiro dalla distanza e ho segnato. Io quel tipo di conclusione da lontano so di averla nel mio repertorio ed è andata nel migliore dei modi. Vincere con un gol all’ultimo minuto, sembrava un film».

Invece era realtà. Da quel giorno lei è diventato l’eroe nazionale del popolo macedone.
«Per noi è stata una vittoria assolutamente incredibile, una di quelle leggendarie che verranno raccontate di generazione in generazione. Quel 24 marzo per il nostro popolo è una data storica, scolpita nei cuori di tutti. In pochi credevano potessimo battere l’Italia, ma ci siamo riusciti».

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