Mazzone e il rapporto con Baggio
Baggio nel suo contratto con il Brescia fece mettere una clausola che prevedeva l'interruzione dell'accordo con i lombardi qualora il tecnico romano fosse stato esonerato. E fu un suo gol per il 3-3 nel derby con l'Atalanta a scatenare quella corsa del tecnico furioso, spiegò poi, "per le offese fatte a mia madre, a Roma quelle parole sono una cosa molto grave". In una scuola, quella italiana degli allenatori, che è una delle migliori del mondo, con gente come Rocco, Trapattoni, Sacchi, Lippi, Capello, Ranieri, Ancelotti, Conte ed Allegri, lui 'romano de Roma', e trasteverino, è il simbolo dei tecnici di provincia, termine che non lo hai fatto sentire minore di altri, anzi il contrario perché quell'Italia non da primissima pagina è sempre stata la sua forza.
Mazzone, la carriera
Mazzone lo aveva capito fin da quando era calciatore e la Roma lo mandò ad Ascoli per 'farsi le ossa' e lui, invece, decise di rimanervi non solo a giocare ma anche a vivere. E ad Ascoli il suo nome rimarrà per sempre legato, perché fu lui, da allenatore, a regalare la prima storica promozione in Serie A alla squadra marchigiana, una delle prime in Italia a giocare un calcio totale 'all'olandese', come andava di moda in quegli anni '70. Come presidente aveva Costantino Rozzi, altra indimenticabile icona di un calcio 'verace'. In panchina Mazzone era passione e grinta, simbolo di uno sport vero e genuino, senza tanti schemi, ripartenze e alchimie tattiche da 'professori', ma basato principalmente sulla cultura del lavoro, la voglia di andare in campo e di regalare gioia e divertimento ai tifosi. La sua carriera da allenatore è durata quasi 40 anni, sulle panchine di Ascoli, Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma (allenarla fu per lui un sogno realizzato), Napoli, Perugia, Brescia e Livorno, con cui ha stabilito il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 ufficiali. Ma i numeri non dicono tutto, tanto meno nel caso di Mazzone, primatista di presenze anche nei cuori della gente