Under 14 Regionali: Primerano col Pinerolo nel cuore, dai primi calci al ruolo di allenatore

Intervista a Domenico Primerano, Pinerolo Calcio Under 14 Regionali

Mister, lei si muove allinterno del Pinerolo da diversi anni. Ci dica di più su questo percorso.
Esatto, calcisticamente sono nato in questa società, dove all’età di 6 anni ho iniziato a giocare e ormai da 13 anni faccio l’istruttore. Non ho avuto esperienze al di fuori di questa società, a cui sono profondamente legato, e non ne sento la mancanza perché qui sono cresciuto molto.

Ha vissuto il Pinerolo in tutte le sue stagioni...
Ne ho viste di tutti i colori, dalle grandi stagioni a quelle meno fortunate, ma ciò fa parte dei giochi; ogni società ha avuto degli alti e bassi.

Cosa la guida nel suo lavoro con i ragazzi?
Sicuramente la passione nel trasmettere valori umani. A livello calcistico, invece, la volontà di condividere le mie conoscenze e la mia idea di calcio. Credo che allenare nel settore giovanile sia una bella responsabilità. Non è sempre facile riuscire a trasmettere le proprie idee, ma quando ci si riesce, ottenendo dei validi risultati, credo che arrivi la soddisfazione più grande. Alla base di tutto naturalmente c’è tanta passione per questo sport, per questa società e per i ragazzi.

Diversi sono i punti di forza che hanno caratterizzato questo campionato, quali sono i più significativi?
A inizio anno siamo partiti con qualche difficoltà. I ragazzi l’anno precedente avevano un altro allenatore e quando sono subentrato io ci sono state delle piccole difficoltà. Dopo l’iniziale fatica, è stato un crescendo, dal punto di vista della prestazione. Infatti, nel girone di ritorno siamo andati benissimo, abbiamo perso soltanto una partita. I punti di forza di questi ragazzi ritengo siano la loro passione e il loro impegno. Da parte di tutti c’è stata una crescita sia individuale che collettiva, e ciò ci ha permesso di qualificarci alle finali.

Qualche passo falso è stato commesso?
Naturalmente sì, non dobbiamo dimenticarci che sono ragazzi di 14, 15 anni e non c’è sempre una continuità di prestazione. Questo bisogna metterlo in conto perché fa parte della crescita sia loro che mia. Anche io, in quanto istruttore, devo scendere in campo e dedicarmi ad ogni allenamento con la propensione ad imparare sempre qualcosa di nuovo. Le difficoltà che sono sorte, poi, siamo riusciti a superarle. Ogni ostacolo è stato superato e gli inciampi ci hanno aiutato a tirare fuori qualcosa in più. Pertanto sono estremamente soddisfatto dei miei ragazzi.

Cosa crede che non debba mai mancare in campo?
L’impegno, l’attenzione, ma soprattutto il divertimento. Spesso ci dimentichiamo che il calcio è un gioco, ma se non c’è il divertimento nell’allenarsi e nel giocare non ha senso proporre nulla. Senza il divertimento non c’è nemmeno la passione.

Per lanno prossimo ci sono già delle prospettive?
Al momento mi sono confrontato molto rapidamente con la società, le prossime settimane saranno quelle decisive.

 

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