Intervista a Marco Olivieri, tecnico del Pianezza Under 14

Marco Olivieri si sta rivelando come uno dei tecnici più interessanti della categoria Under 14, dal suo arrivo, il Pianezza ha cambiato letteralmente pelle
Intervista a Marco Olivieri, tecnico del Pianezza Under 14

PIANEZZA – Arrivato nella Pianezza sponda rossoblù dopo anni di crescita al Vanchiglia, Marco Olivieri si sta rivelando come uno dei tecnici più interessanti della categoria Under 14, in particolare del girone B. Dal suo arrivo, il Pianezza ha cambiato letteralmente pelle, passando dalle ultime posizioni al settimo posto attuale in classifica.

 

Ciao Marco, partirei subito con questa domanda: perché Pianezza?

“Pianezza è un ambiente a cui in passato mi sono avvicinato molto e l’ho frequentato un po’ avendo persone a me vicine che ne facevano parte, e oltre le strutture di livello, mi ha sempre dato una sensazione positiva e trasmesso positività come ambiente. A fare la differenza è stata anche la passione e il cuore forte di questo gruppo che mi ha impressionato perché è il fuoco necessario per fare un percorso importante indipendentemente dall’obiettivo e per crescere in maniera esponenziale”.

 

Parliamo della squadra. Il rapporto col gruppo mi sembra già speciale, c’è un segreto?

“Vero, si è creato un grande feeling sin da subito e questo ci ha dato una grossa spinta. Dire però che ci sia un segreto dietro non è corretto, io cerco di essere me stesso. I protagonisti sono loro, ma sicuramente ognuno qui dentro dà il proprio agli altri e questa è tanta roba”.

 

Con loro sei più un fratello maggiore o una via di mezzo?

“Bisogna sempre considerare che questi sono ragazzi che hanno appena intrapreso la loro strada nel settore giovanile e da giovani hanno bisogno di entrambe le cose, soprattutto di essere compresi e di rispettare l’unicità di ognuno di loro. Sicuramente bisogna capire quando è il momento di usare uno, o l’altro, dato che ogni momento è diverso dall’altro”.

 

Un commento sul girone, secondo te è poco equilibrato come tanti dicono?

“Sicuramente un divario c’è. Il girone è un po’ spezzato a metà, ma nonostante questo, da sopra a sotto, ho visto tutte squadre che lottano e che battagliano credendoci sempre. Noi in questo momento stiamo facendo un percorso. All’interno di questo c’è la voglia di provare a migliorare tanto, pensando ad una partita alla volta. Poi a fine campionato ci guarderemo indietro e faremo i nostri bilanci per capire quanto siamo andati avanti, con serenità e con fiducia”.

 

Il tuo sogno nel cassetto?

“Il mio sogno nel cassetto come penso tanti, è quello di fare strada migliorandosi sempre di più ogni giorno, magari guardando più in alto un gradino alla volta. Come per i giocatori il sogno è la serie A, per i tecnici l’obiettivo secondo me dev’essere quello di crescere per raggiungere i palcoscenici più alti possibili. Ma premetto, davanti a noi ci sono i ragazzi ed ogni volta che ti metti in gioco e ti migliori lo fai per poter aiutare sempre di più i tuoi giocatori. Nessuno ti regala niente”.

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